Erasmus in Germania. L’esperienza di uno studente, catechista con i giovani della Missione cattolica italiana

“Un giovane sognatore con la valigia sempre pronta e il cuore aperto al nuovo”. Così si presenta Mario De Angelis, 22 anni, che, durante il progetto di scambio universitario Erasmus in Germania, ha incontrato la Missione cattolica italiana nel Saarland, uno dei sedici Stati federati della Germania. Un'opportunità che gli ha permesso di mettersi a servizio di quella comunità aiutando il parroco nella catechesi sacramentale e preparando così diciotto ragazzi al sacramento della Cresima

Erasmus in Germania. L’esperienza di uno studente, catechista con i giovani della Missione cattolica italiana

“Un giovane sognatore con la valigia sempre pronta e il cuore aperto al nuovo”. Così si presenta Mario De Angelis, 22 anni, che, durante il progetto di scambio universitario Erasmus in Germania, ha incontrato la Missione cattolica italiana nel Saarland, uno dei sedici stati federati della Germania.

Un’opportunità che gli ha permesso di mettersi a servizio di quella comunità aiutando il parroco nella catechesi sacramentale e preparando così diciotto ragazzi al sacramento della Cresima. Culmine del suo percorso, la celebrazione eucaristica svoltasi nella chiesa di San Paolo a Saarbrücken-Malstatt, sede della Missione cattolica italiana, in occasione del 70° di fondazione, presieduta da mons. Stephan Ackermann, vescovo della diocesi tedesca di Treviri. “La mia storia – dice al Sir – è un intreccio di radici pugliesi e triestini, un cammino che ora mi ha portato in Germania grazie all’Erasmus”. A Trieste, dove studia Intelligenza artificiale e Data analytics, Mario ha trovato “molto più di un’università: ho scoperto una seconda casa in un collegio di merito della Fondazione Rui, legato all’Opus Dei. Qui, tra libri e amicizie, ho potuto coltivare non solo la mente, ma anche lo spirito. Quando sono partito per il mio anno di studio all’estero, avevo una valigia piena di sogni e aspettative, ma anche tanti timori nel cuore. Uno tra tutti: come coltivare la mia fede in un Paese straniero? È stato questo desiderio interiore che mi ha spinto a cercare un punto di riferimento spirituale anche lontano dall’Italia”,  aggiunge Mario che, come un “esploratore” si è trovato “prima a cercare e poi a varcare la soglia della parrocchia di St. Paulus a Saarbrücken.

“Pensavo di aver trovato solo un luogo dove poter pregare, invece ho scoperto un piccolo scrigno di opportunità, un’oasi di crescita personale e un’occasione per dare avvio ad un’esperienza di servizio nella comunità italiana che mai avrei immaginato”.

Per Mario la ricerca di continuità spirituale si è trasformata in “un’opportunità di rinnovamento che ha arricchito la mia vita in modi che non avrei mai potuto immaginare. E tutto è iniziato con quel semplice desiderio di non perdere la mia connessione con Dio, anche a migliaia di chilometri da casa”.

Non immaginava che un semplice incontro in parrocchia potesse trasformarsi in “un’avventura spirituale!”.

Quando padre Antonio Gelsomino, parroco e guida della Missione cattolica italiana, gli ha proposto di diventare catechista, “ho sentito il cuore accelerare”, dice. Otto incontri di preparazione: “Sembravano pochi, ma si sono rivelati un viaggio intenso”, spiega. E mentre cercava di guidare questi ragazzi, prosegue, “mi sono ritrovato guidato a mia volta, riscoprendo la bellezza e la forza della mia fede attraverso i loro occhi pieni di meraviglia e curiosità”. Sono italiani di seconda generazione che vivono in Germania da sempre, figli di immigrati che “desiderano mantenere viva l’impronta cattolica ricevuta in famiglia, ma sentono il bisogno di essere affiancati nel loro cammino”.

Il giovane studente italiano si rivolge anche ai suoi coetanei che scelgono il percorso Erasmus con l’invito ad “aprirsi alle nuove esperienze con entusiasmo e curiosità. Vivete pienamente questo percorso, non solo a livello accademico, ma anche personale e spirituale. Non abbiate paura di esplorare nuovi orizzonti, di incontrare persone diverse e di arricchirvi con le loro storie”. E aggiunge Mario:

“La vostra esperienza di studio all’estero può diventare un’occasione unica per testimoniare la bellezza della vita e per portare un po’ di luce e speranza ovunque andiate”.

In Italia lo studente tornerà con “uno zaino ricco di esperienze, crescita personale e spirituale. Ora so che ovunque andrò – osserva – porterò con me questo bagaglio prezioso. Per essere esempio tra i miei coetanei oggi, bisogna essere aperti al dialogo e alle loro domande, condividere le proprie esperienze in modo sincero e coinvolgente, scegliere di essere a servizio degli altri. Per me la fede non è qualcosa di statico, ma un viaggio dinamico e appassionante che ci invita a crescere e a scoprire sempre nuove dimensioni del nostro essere. Ho imparato tanto dai giovani che ho accompagnato: la loro freschezza, le loro domande a volte disorientanti, il loro entusiasmo contagioso. Mi hanno fatto riscoprire la bellezza del Vangelo e l’importanza di vivere la religiosità in modo autentico e gioioso”. Questo Erasmus ha rivelato che

“la vera missione non è solo attraversare i confini geografici, ma anche quelli del cuore”,

la conclusione.

“L’esperienza di questi ragazzi della comunità italiana, ben 18, dimostra – ci dice il responsabile della Missione cattolica italiana, padre Antonio Gelsomimo – la vitalità di una comunità dove ancora oggi si è legati  alla missione italiana e i giovani scelgono la chiesa italiana per la celebrazione dei sacramenti”. “L’apporto di Mario – aggiunge – è stato importante nell’aiuto a questi nostri giovani ma è anche una testimonianza per tanti che possono incontrare i loro coetanei in diverse parti del mondo non solo nei luoghi del divertimento ma anche nelle comunità cattoliche italiane”.

Raffaele Iaria

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Fonte: Sir