Congresso eucaristico a Liverpool: nella città dei Beatles torna la processione con l’Eucarestia
Si deve risalire al 1908 per giungere al precedente Congresso eucaristico della chiesa cattolica d'Inghilterra e Galles, in un Paese a maggioranza anglicana. Ma 110 anni fa la processione con il Santissimo non fu autorizzata. Ora il "clima" è cambiato e la tre giorni di incontri, preghiere e teologia mostra un carattere ecumenico. Domenica 8 settembre la processione per le vie della città cui sono attese almeno diecimila persone. La parola a don Nicholas Schofield, archivista alla cattedrale di Westminster, e a mons. Robert Byrne, presidente del Congresso
“Con questo congresso eucaristico a Liverpool, soltanto il secondo della sua storia, la Chiesa cattolica inglese conclude la sua missione avviata 110 anni fa. Nel 1908 Londra diventò quasi una città cattolica quando il cardinale Vincenzo Vannutelli fu il primo delegato pontificio a mettere piede in Inghilterra dal 1550. Eppure ai fedeli di Roma non venne consentito di portare in processione il Santissimo perché le associazioni protestanti più radicali si opposero”.
Don Nicholas Schofield, archivista alla cattedrale londinese di Westminster, presenta così “Adoremus”,il secondo appuntamento con l’Eucarestia del Regno Unito, con diecimila fedeli riuniti per tre giorni, da venerdì 7 a sabato 9 settembre, tra l’arena e la cattedrale cattolica della città dei Beatles.Se 110 anni fa il desiderio dei cattolici di mostrare l’Eucarestia a tutti provocò, nel Paese protestante, una crisi di governo, domenica prossima dietro all’Eucarestia, sfileranno, insieme al primate cattolico Vincent Nichols, all’arcivescovo di Liverpool Malcolm McMahon e al presidente del congresso, il vescovo ausiliario di Birmingham Robert Byrne, il vescovo anglicano di Liverpool Paul Bayes, il leader metodista Sheryl Anderson, il vescovo anglicano di Portsmouth Christopher Foster, i leader ortodossi Gregory Hallam e Peter Farrington e altri leader cristiani.
Tre giorni ecumenica. “Un fatto impensabile nel secolo scorso”, spiega il vescovo Robert Byrne, presidente del congresso. “Anche se ci sono somiglianze col congresso del 1908, che si tenne sempre a settembre, la nostra tre giorni sarà molto più ecumenica. Oggi la Chiesa cattolica fa parte dell’arena pubblica mentre soltanto duecento anni fa ai cattolici non era consentito votare, candidarsi alle elezioni, possedere terreni. Insomma i cattolici erano una minoranza perseguitata. Abbiamo vinto la sfida di essere riconosciuti ma oggi dobbiamo combattere la secolarizzazione. Il nostro messaggio è ancora molto controverso in materia di bioetica, aborto, matrimoni gay e anche nella sfera sociale dove la Chiesa fa moltissimo per difendere i poveri”. Aggiunge: “Proprio Liverpool, tradizionale punto di approdo dei migranti irlandesi nei secoli scorsi e importante città cattolica, è testimonianza di tutto questo. Ad esempio con le decine di case di accoglienza Nugent per disabili, giovani in difficoltà ed anziani”.
Teologia, preghiera e testimonianza. “Per noi cattolici d’Inghilterra e Galles il congresso è un’opportunità per riflettere insieme e pregare e anche condividere momenti di gioia ringraziando Dio per le tante benedizioni che ci ha dato. Prendendoci l’impegno di essere più uniti come Chiesa, costruendo, nello stesso tempo, legami con i nostri fratelli cristiani di altre fedi”, dice ancora il presidente di “Adoremus”. “Il programma è stato pensato per tutto questo. Nella giornata di venerdì si svolge un simposio dedicato a vari aspetti dell’Eucarestia al quale parteciperanno circa duemila persone tra insegnanti, catechisti, laici e sacerdoti. Sabato fino a diecimila persone si riuniranno nell’Echo Arena di Liverpool per una messa e per ascoltare vescovi noti nel mondo anglosassone come l’americano Robert Barron. Il congresso si concluderà domenica quando cinquemila persone sfileranno dietro l’Eucarestia, nelle strade della città, per due chilometri”.
Una sessione per i più giovani. Accanto a questi appuntamenti altre ventisette sessioni e anche un congresso giovanile, organizzato da “Cymfed”, al quale dovrebbero partecipare mille adolescenti. Per non parlare del famoso coro “Soul Sanctuary Gospel” e della serata dedicata alla musica dei Beatles nativi di Liverpool.Al centro sempre l’Eucarestia perché, come dice ancora il vescovo Robert Byrne, “è in quel pane che incontriamo Cristo stesso e costruiamo la nostra unità. Ed è ancora cosi importante oggi. L’adorazione ci riporta alla messa senza sostituirla”.
Sulla strada dell’unità. Il presidente di “Adoremus” ritorna all’importanza ecumenica di questa tre giorni di Liverpool. “In un contesto in cui non c’è ancora intercomunione con le altre chiese cristiane, se facciamo eccezione per gli ortodossi, il congresso aiuterà i nostri fratelli nella fede a capire che cosa l’Eucarestia significa per noi cattolici. Sarà utile, per esempio, per quella parte della comunione anglicana che ancora non riconosce la vera presenza di Cristo nel pane eucaristico”, spiega il vescovo Byrne. “Dobbiamo puntare a raggiungere l’unità. Questo è l’obiettivo di ogni dialogo tra cristiani e coltivare la speranza e certo il congresso ci aiuterà in tutto questo”.
Sei milioni di fedeli. “Il congresso è importante non soltanto per chi si riunisce a Liverpool ma anche per le migliaia di parrocchie nelle varie diocesi di Inghilterra e Galles”, conclude l’archivista della Westminster cathedral, don Nicholas Hudson. “Per questo motivo i vescovi hanno voluto mettere l’accento sul mistero dell’Eucarestia e sull’adorazione. Cosi che il congresso possa diventare un’opportunità per tutti i circa sei milioni di fedeli della Chiesa di venire ispirati e riavvicinarsi a questo momento chiave della vita della fede”.