Thiene, da venerdì dieci richiedenti asilo in città
L'annuncio del sindaco Casarotto, duramente attaccato dalla stampa locale con l'accusa di aver voluto nascondere l'arrivo. I richiedenti asilo troveranno accoglienza in due appartamenti di proprietà del comune nei quartieri Cappuccini e Conca. A fianco dell'amministrazione anche i parroci della città: a San Sebastiano sono partiti gli interventi di recupero dell'ex cinema, entro Natale anche la parrocchia accoglierà 4 o 5 rifugiati.
Sul fronte Thienese dell’accoglienza profughi le notizie sono due. La prima: il comune accoglierà tra 48 ore dieci migranti in due appartamenti di proprietà pubblica in fase di arredamento. La seconda: entro Natale anche la parrocchia di San Sebastiano (Ca’ Pajella) accoglierà un manipolo di richiedenti asilo nell’ex cinema, da tempo inutilizzato.
Ma andiamo con ordine. Al centro di una battaglia mediatica scatenatagli contro da un quotidiano locale, il cui direttore è arrivato a dargli del «bugiardo, clandestino e analfabeta», proprio per la gestione dell’accoglienza, il sindaco Gianni Casarotto ha spiegato stamani nella sede del comune che da venerdì 23 ottobre dieci giovani uomini di origine africana arrivati nel vicentino sabato scorso e al momento accolti a villa Rospigliosi, nel territorio comunale di Zugliano, saranno ospitati a Thiene in due appartamenti del comune nei quartieri Cappuccini e Conca.
A smorzare le polemiche già sollevate dai comitati contrari all’accoglienza, il primo cittadino ha spiegato che i dieci richiedenti asilo – di cui quattro del Mali, due del Senegal, due del Togo, uno del Costa D’Avorio e uno del Burkina Faso – non verranno alloggiati in locali destinati all’edilizia residenziale pubblica, ma in strutture da sempre destinate all’emergenza abitativa. I lavori di risistemazione in atto, gli stessi per cui i migranti sono stati collocati provvisoriamente nel centro delle pie discepole del Divin Maestro, saranno a carico del comune, come ha spiegato l’assessore al sociale Maurizio Fanton. Ma a fronte dell’affitto che il municipio percepirà - tra i 400 e i 500 euro al mese, come ha scritto il vicesindaco Samperi su Facebook - in dieci mesi le spese si saranno ripagate e le strutture rimarranno nel tempo a disposizione del comune.
A seguire questi dieci africani sarà l’associazione Il mondo nella città di Schio che da 15 anni gestisce il Progetto Oasi sottoscritto da 13 comuni alto vicentini (Santorso capofila) nell’ambito del sistema nazionale di prima accoglienza (Sprar). Dopo i primi mesi di accompagnamento, destinato all’insegnamento della lingua italiana e all’inserimento vero e proprio, inizierà un percorso di affiancamento, su base volontaria, agli operai comunali per lo svolgimento di attività volontaria in favore dell’arredo urbano.
Si tratta dunque della messa in pratica del protocollo che 25 su 32 comuni dell’Ulss 4 Altovicentino hanno siglato circa un mese fa in prefettura a Vicenza in accordo con il prefetto Eugenio Soldà e che porterà in questi comuni fino a due migranti ogni mille abitanti.
Accanto al sindaco Casarotto e all’assessore Fanton, nella casa comunale erano prsenti anche i parroci della città. Presenza simbolo di un cammino per l’accoglienza condiviso fin dall’inizio, che si è concretizzato anche in un incontro formativo, pochi giorni fa, rivolto ai consigli pastorali dei vicariati di Thiene e Caltrano, durante il quale sono intervenuti il sindaco di Santorso, Franco Balzi, il direttore della Caritas di Padova, don Luca Facco, la referente de Il mondo nella città, Chiara Ragni e il capitano di vascello della marina militare, Massimo di Raimondo.
Tra i sacerdoti presenti, anche don Nicola Salandin, da tre anni parroco a San Sebastiano, che ha ripetuto alla stampa quello che aveva già annunciato ai suoi parrocchiani domenica scorsa attraverso il bollettino parrocchiale. «Il consiglio pastorale ha votato all’unanimità, e abbiamo deciso di accogliere un gruppetto di quattro-cinque profughi negli ambienti tuttora inutilizzati della parrocchia. Per fare questo ci avvarremo della collaborazione del comune e di una cooperativa conosciuta del territorio, la Verlata di Villaverla».
Sarà una buona occasione per sperimentare le opere di misericordia proprio all’apertura del Giubileo indetto dal papa, ha aggiunto don Nicola, che poi ha immediatamente messo a fuoco le necessità: «Chiediamo fin d’ora la disponibilità ai parrocchiani di sostenere l’iniziativa mettendo a disposizione oggetti d’arredo per sistemare i locali, un po’ del nostro tempo per costituire un gruppo di accoglienza che si occuperà dell’integrazione, e poi chiediamo di pregare perché Gesù sostenga un’operazione delicata per la vita dei migranti e per la nostra». Non solo: il sacerdote ha anche esortato le famiglie della comunità che potessero ospitare nella propria abitazione dei migranti a farsi avanti.