Thiene, accolti cinque migranti nell'ex cinema di San Sebastiano
Si tratta di cinque giovani tra i 18 e i 20 anni, quattro provenienti dalla Guinea Equatoriale e uno dalla Guinea Bissau, da un mese nell’ex cinema parrocchiale. In parrocchia, dopo una riflessione lunga un anno, è nato un “gruppo accoglienza” formato da dodici persone. Dopo sei mesi, un primo bilancio dell'accoglienza diffusa nell'Alto Vicentino.
Così la parrocchia di San Sebastiano, a Thiene, è passata dalle parole ai fatti.
L’annuncio che l’ex cinema sarebbe diventato casa per cinque richiedenti asilo era arrivato prima di Natale. Dal 5 febbraio quattro migranti della Guinea Equatoriale e uno della Guinea Bissau sono ospitati in via Ca’ Pajella, sotto la gestione della cooperativa sociale Verlata di Villaverla.
A San Sebastiano dunque si sono incrociati due modelli virtuosi: quello siglato con il prefetto di Vicenza da 25 comuni dell’Ulss 4 (la cosiddetta “accoglienza diffusa” con due migranti ogni mille abitanti) e quello promosso dalla Caritas diocesana di Padova che incoraggia le parrocchie ad aprire le porte dei loro ambienti in collaborazione con le cooperative, offrendo relazioni e integrazione.
«Un mese fa si è compiuta una riflessione che all’interno del nostro consiglio pastorale durava da oltre un anno e che si è conclusa con una votazione unanime in favore dell’accoglienza», spiega il parroco, don Nicola Salandin. A 30 giorni dall’arrivo di questi cinque 18-20enni, un vero e proprio piano per accompagnarli nell’integrazione sta prendendo forma. «Si è costituito in maniera spontanea un “gruppo accoglienza” – continua il sacerdote – che sta iniziando ad avvicinare questi giovani di lingua francese e portoghese, a cui la cooperativa sta garantendo lo studio dell’italiano».
«Si tratta di ragazzi musulmani giunti in Italia tra la fine di dicembre e la fine di gennaio – spiega Elisa Marini, responsabile del progetto per la cooperativa Verlata – Abbiamo spiegato loro che avrebbero abitato accanto a una chiesa, ma non c’è stato problema di sorta. Anzi, la loro volontà di inserirsi ci rende ottimisti, anche se le basi di partenza possono rappresentare un ostacolo in più: due di loro sono analfabeti, stanno imparando ora a leggere e scrivere».
Messaggi di stima e incoraggiamento sono giunti a don Nicola dal sindaco di Thiene, Gianni Casarotto, il quale si augura che anche «altre parrocchie della città possano seguire concretamente il suo esempio», e dal vescovo di Padova Claudio Cipolla. I mugugni di parte della popolazione, che pure il consiglio pastorale aveva messo in conto, si sono spenti sul nascere: anzi, la generosità della gente nel fornire mobilia e attrezzatura per allestire i locali è stata notevole. I 13 mila euro spesi per preparare i locali saranno recuperati attraverso il canone d’affitto (6 mila euro annui versati dalla coop, 5 mila di offerte specifiche e 2 mila dalla Caritas vicariale).
«Nell’immediato futuro, speriamo che il molto tempo a disposizione di questi giovani possa essere impiegato anche in attività per il decoro urbano organizzate dal comune», auspica don Nicola.
Accoglienza diffusa: a sei mesi un primo bilancio del modello vicentino
A sei mesi esatti dall’intesa tra 25 dei sindaci della conferenza dell’Ulss 4 Altovicentino e il prefetto di Vicenza Eugenio Soldà, l’accoglienza diffusa è realtà sul territorio. Una prassi virtuosa di collaborazione tra istituzioni, tutt’altro che scontata, che però avrebbe forse potuto dare qualche frutto in più.
I numeri dicono che dalla firma del protocollo (due migranti ogni mille abitanti, con la possibilità di coinvolgerli in attività per il decoro urbano) il comune di Thiene ha accolto 15 richiedenti asilo (oltre a un gruppo giunto da un’altra sede), a Fara sono arrivate 5 donne, 7 migranti sono a Breganze e 10 a Villaverla. Zugliano e Arsiero condividono l’impossibilità di reperire alloggi da privati. L’accoglienza è imminente a San Vito di Leguzzano. Non ci sono ancora tempi certi a Lugo di Vicenza, dove sono in atto lavori in un appartamento privato in cui la cooperativa Radicà guidata da don Beppe Gobbo gestirà l’accoglienza anche per Caltrano e Calvene.
Accoglienza imminente anche a Santorso che ha a disposizione due appartamenti per un totale di dieci migranti, ma soprattutto cinque famiglie disponibili ad accogliere un richiedente asilo nella propria abitazione. «Questo tipo di accoglienza spinta – sottolinea il sindaco Franco Balzi – rappresenta un notevole salto di qualità. Per questo attendiamo solo persone a cui è stata riconosciuta la protezione internazionale. Partiremo tra una settimana».
Gli appartamenti invece saranno occupati a mano a mano che i migranti presenti all’hotel Duca D’Este caleranno di numero (oggi sono 45, ma si sono toccate anche le 70 presenze).
Rimane la criticità che il viceprefetto Marchesiello ha espresso anche sulla stampa: i comuni ad aver già accolto sono ben lontani dalla totalità dei firmatari dell’intesa. Il dubbio che qualche primo cittadino dopo la firma si sia tirato indietro c’è. Come pure pesa l’azione di “Prima noi”, comitato anti accoglienza, attraverso striscioni appesi ai municipi e minacce alle famiglie pronte ad accogliere.