Migranti, i sindacati: dal 2011 quasi un milione di permessi non rinnovati. Oggi presidi in tutta Italia
Dal 2011 ad oggi sarebbero quasi un milione i permessi di soggiorno non rinnovati, di cui almeno 400 mila per motivi di lavoro. È questo il quadro elaborato, sulla base di dati del Ministero dell'Interno e di Istat, che ha portato Cgil, Cisl, Uil a indire una giornata di mobilitazione nazionale, con presidi davanti alle prefetture e richiesta d'incontro con il prefetto.
La crisi economica in Italia ha colpito duramente anche il lavoro degli stranieri negli ultimi anni, tanto che il loro tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 17%.
Sono moltissimi i lavoratori migranti che hanno abbandonato il Paese o che hanno perso il permesso di soggiorno e sono finiti nella trappola del lavoro sommerso, un tunnel da cui è difficilissimo uscire e in cui vengono virtualmente cancellati i diritti fondamentali, civili e del lavoro.
In effetti, da una parte gli attuali 12 mesi concessi dalla legge a chi ha perso il lavoro non sono sufficienti a trovarne un altro, dall'altra non tutte le questure applicano alla lettera la circolare del Viminale del 9 luglio 2012, secondo la quale il permesso può essere rinnovato anche oltre i dodici mesi, in presenza di un "reddito minimo derivante da fonti lecite non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale".
Le richieste dei sindacati
Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto ripetutamente al governo: la proroga della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione a 24 mesi; la messa in atto di politiche attive del lavoro, tese ad una maggiore inclusione sociale di tutti; di rivedere la posizione dei lavoratori stranieri che hanno perso lavoro e permesso; di combattere il lavoro nero e lo sfruttamento, purtroppo sempre più diffuso.
Ong contro l'Europa: a rischio il diritto di asilo
Non meno forte è il grido d’allarme lanciato da oltre 100 ong contro il piano della Commissione Ue, questa settimana all'esame di un vertice a Bruxelles.
"La complicità e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani non terminano ai confini dell'Europa", sottolineano le organizzazioni non governative. Nel documento si evidenzia che gli accordi per la "gestione dell'immigrazione" con Paesi dove i diritti umani sono violati "saranno nel lungo termine controproducenti".
Intese del genere, continuano le ong, finiranno per "compromettere i diritti umani nel mondo e perpetuare il ciclo di violazioni e repressione che costringe le persone a fuggire".
Il piano Ue propone di usare aiuti, scambi commerciali e altre forme di finanziamento per incoraggiare i Paesi di origine e di transito dei migranti a ridurre il numero delle partenze verso l'Europa.
Secondo Amnesty International, firmataria dell'appello insieme con World Vision, Oxfam e Save the Children, la strategia e' la stessa dell'accordo sottoscritto tra l'Ue e la Turchia. Un'intesa, denunciano le ong, "che ha lasciato migliaia di persone intrappolate in Grecia in condizioni disumane e degradanti".