Mediterraneo rosso sangue. Boldrini: l'Europa vari un grande Piano Marshall
Sono già più di 1400 i morti nel 2016 e di questi almeno 40 minori inghiottiti dalle acque del Mediterraneo lo scorso fine settimana. Il presidente della Camera Laura Boldrini: «Ora un grande piano Marshall per l'Africa».
Sono più di 700 i morti durante i tre naufragi di questi ultimi giorni e 722 i migranti soccorsi a bordo dei tre gommoni e del barcone intercettati dalla Guardia Costiera nella mattinata del 28 maggio.
I racconti raccolti dai profughi salvati sono sconcertanti.
Sono partiti da Sabratha, in Libia, la notte tra il 25 e il 26 maggio, 500 persone stipate in due barconi, per poi essere trasferiti sui pescherecci una volta arrivati al largo. La legge dei barconi è sempre la stessa: chi è più ricco ha il posto migliore, quindi più possibilità di salvarsi se le cose vanno male. Purtroppo anche questa volta è andata così.
Dopo 8 ore di viaggio il secondo peschereccio, senza motore perché trainato con una corda dal primo, ha iniziato a imbarcare acqua e con essa anche terrore.
500 persone nel buio assoluto, con solo qualche tanica e le proprie braccia per cercare di salvarsi da un destino di morte quasi certa.
L’incubo è durato un’ora e mezza, poi la fine. Il capitano degli scafisti, identificato successivamente nel sudanese Adam Sarik, ha ordinato ai passeggeri di tagliare la fune che serviva per trainare. I migranti che erano in coperta si sono gettati in mare, ma i trecento nella stiva, tra cui 40 bambini, sono affondati con la nave. Nessuno di loro si è salvato.
Sono ormai 13 mila le persone tratte in salvo e sbarcate in diversi porti italiani nella settimana dal 23 al 29 maggio, ma occorre sempre ricordare che non si tratta di un evento eccezionale.
Nel 2016 sono già 1400 i morti nel Mediterraneo e, secondo i dati dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni dello scorso 15 maggio, il totale delle persone arrivate in Italia è di 32.486 sulle 189.414 sbarcate sulle coste dell’Ue.
I migranti hanno diversi paesi di provenienza, ma la maggior parte viene dal Nord Africa, in particolare da Somalia, Eritrea e Siria. Fuggono da guerre, dittature e povertà, alla ricerca di un futuro incerto, che affidano a criminali in cambio di un po’ di speranza, pane e acqua e un piccolo posto in un gommone traballante, pronto a calare a picco al primo movimento brusco.
È possibile che dopo tutto questo tempo non si sia arrivati ad una soluzione?
Forse l’unica risposta a tale problema è la cooperazione internazionale, che deve però puntare non solo alla “cura”, ma anche alla “prevenzione” di questi avvenimenti. «Per l'Europa - ha ricordato all'indomani dell'ennesima tragedia Laura Boldrini, presidente della Camera - questo è il tempo per un grande piano strategico che sappia coniugare visione di medio e lungo termine, risorse economiche importanti e impegno politico. È il tempo di un "piano Marshall" per l'area euromediterranea e per l'Africa. E non lo dico per generosità, non lo dico per utopia, lo dico perché questo è nell'interesse comune. Se noi europei non investiremo sulla stabilità dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, saranno loro a destabilizzare noi».