Lo sport, avanguardia di cittadinanza: sì allo "Ius soli" per i giovani atleti
Nonostante le resistenze della Lega, approvato alla Camera il disegno di legge che permette alle società sportive il tesseramento di minori stranieri residenti in Italia. Fossati: «Un altro steccato è caduto e lo sport ne è protagonista». Patriarca. «Messe all’angolo le discriminazioni». Carocci: «Primo passo verso l’apertura della discussione sull’accesso alla cittadinanza». Barbieri (Forum terzo settore): «Il Senato lo approvi velocemente».
422 voti a favore, 12 contrari e sei astenuti
Con questi numeri l'Aula della Camera ha approvato il cosiddetto "ius soli sportivo", ovvero la proposta di legge ("Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva"), primo firmatario l'on. Molea (Scelta civica, ma anche componente del Consiglio nazionale del Coni), che permette il tesseramento di minori stranieri residenti in Italia presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali riconosciute dal Coni, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva.
Cosa prevede la legge
Il testo, che ora approda al Senato, prevede la possibilità di tesseramento per i minori di 18 anni che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano da quando hanno compiuto almeno 10 anni.
Di fatto lo "ius soli sportivo" con gli stranieri potranno accedere alle stesse procedure previste per i cittadini italiani. Limite per questi ultimi è l’indossare la maglia della nazionale, cosa per la quale bisogna rispettare le normative e l’iter oggi vigenti.
Un emendamento della Lega Nord, bocciato dall’Aula, prevedeva invece l’introduzione del tetto obbligatorio di almeno il 70 per cento di atleti italiani nelle squadre professioniste e semi professioniste di ogni disciplina.
Le reazioni
Il via libera dell'Aula è stato salutato con un tweet dal neo ministro Graziano Delrio, che ha affermato: «Grande vittoria di civiltà».
E sempre sui social, stavolta su Facebook, Edoardo Patriarca (Pd) ha aggiunto: «L’Italia apre allo ius soli sportivo e mette all’angolo le discriminazioni».
Uno che di sport se ne intende, vale a dire Filippo Fossati (Pd), ex presidente Uisp, ha affermato: «Oggi un altro steccato è caduto e lo sport ne è protagonista: i minori stranieri residenti in Italia potranno essere tesserati e giocare in nazionale. Sono soddisfatto che il governo abbia accolto la mia sollecitazione di affiancare al riconoscimento del tesseramento sportivo societario anche quello di poter far parte delle selezioni nazionali di categoria, per le singole discipline sportive - prosegue Fossati - Si tratta di una esplicitazione niente affatto scontata che avrebbe potuto creare una fastidiosa discriminazione».
Da parte sua, la deputata del Pd Mara Carocci, componente della commissione cultura della camera dei deputati, ha aggiunto: «Con l’approvazione del provvedimento per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia tramite l'ammissione nelle società sportive, abbiamo compiuto un primo passo per recuperare l’assenza inspiegabile di una legge nazionale sullo ius soli sportivo».
«Se lo sport si fonda su valori educativi sociali e culturali essenziali, se è un importante fattore di accettazione delle differenze e di rispetto delle regole, non si può che sperare che questa proposta veda la luce, dopo il passaggio al Senato, con una ampia maggioranza. Auspichiamo – conclude Carocci – che si tratti di un primo passo verso l’apertura della discussione sull’accesso alla cittadinanza italiana dei minori stranieri stabilmente residenti nel nostro paese».
Esulta anche il mondo del non profit
Il portavoce del Forum nazionale del terzo settore, Pietro Barbieri, ha affermato: «Siamo soddisfatti per l’approvazione alla Camera della proposta di legge che favorisce l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia attraverso il tesseramento e l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva. Crediamo si tratti di un traguardo importante rispetto alla discussione sulla cittadinanza, che rafforza l’idea dello sport come strumento di inclusione sociale, capace di guardare oltre le differenze. Il nostro auspicio è che il successivo passaggio al Senato confermi rapidamente l’approvazione».