Legge anti-sprechi, arriva il sì definitivo. Da oggi il cibo non va più buttato via
Via libera del Senato. "Molto soddisfatto" il direttore del Banco alimentare Lucchini: ora gli enti dovranno adeguarsi a riceve maggiori quantità di cibo. L'invito a prevedere "contributi specifici nelle prossime leggi di stabilità". Nel 2015 il Banco Alimentare ha distribuito alimenti e piatti pronti a 8 mila strutture caritative. Ma ogni anno in Italia il sistema agroalimentare produce circa 5 milioni di tonnellate di eccedenze, e solo un decimo finora è andato agli enti caritativi.
Tra gli obiettivi principali della norma ci sono l'incremento del recupero e della donazione delle eccedenze alimentari, con priorità della loro destinazione per assistenza agli indigenti.
Allo stesso tempo si favorisce il recupero di prodotti farmaceutici e altri a fini di solidarietà sociale. Importante anche il contributo alla limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e all’educazione dei cittadini per diminuire gli sprechi alimentari.
"L'approvazione definitiva della legge contro gli sprechi alimentari - dichiara il viceministro Andrea Olivero - è un fatto fondamentale nella lotta contro la povertà alimentare. Si tratta di un provvedimento che è stato costruito insieme al Terzo Settore, insieme cioè alle associazioni e agli enti caritativi che da sempre sono al servizio degli ultimi, intercettando gli sprechi e ridistribuendoli giorno dopo giorno con grande costanza e con capillarità impressionante. A questo puntola parola passa alla società civile e al settore imprenditoriale. Sono convinto che ciascuno farà la sua parte nel contrasto allo spreco".
Banco alimentare: ora non ci sono più scuse per non donare le eccedenze
"Da oggi ogni azienda che ha un eccedenza di cibo deve darsi la priorità di destinarla a un riuso per le persone bisognose".
Marco Lucchini, direttore generale del Banco Alimentare, si dice "molto soddisfatto" della nuova legge, approvata dal Senato, contro lo spreco alimentare.
"Prima le eccedenze potevano essere trattate a discrezione dell'imprenditore e quindi venivano destinate al consumo animale, oppure alla produzione di energia o buttate via. Ora non è più così, perché la legge prevede che il riuso per il consumo umano a fini solidaristici sia la priorità".
Ogni anno in Italia il sistema agroalimentare produce circa 5 milioni di tonnellate di eccedenze e solo circa 500 mila vengono distribuite agli enti caritativi.
"Per le imprese sarà inoltre più facile donare perché il testo riordina il settore - aggiunge Lucchini - Finora risultava complicato donare cibo, ora non ci sono più scuse".
Nel 2015, solo il Banco Alimentare ha distribuito in Italia 85 mila tonnellate di alimenti e oltre 1 milione di piatti pronti di cibo cotto, destinati a 8 mila strutture caritative che assistono 1.560.000 bisognosi di cui quasi 135.000 bambini.
Paradossalmente la nuova legge potrebbe ora creare un flusso tale di cibo donato da mettere in crisi gli enti che lo ricevono.
Questi ultimi, infatti, già prima dovevano garantire la freschezza e la qualità del cibo e quindi si sono dotati di celle frigorifere e di ogni altro strumento previsto dalle norme sanitarie. "In prospettiva penso che dovranno adeguarsi a una maggiore quantità di cibo in arrivo - sottolinea Lucchini - Per questo sarà necessario nelle prossime leggi di stabilità prevedere dei contributi specifici per questi enti".
La nuova legge inoltre prevede che possano essere riutilizzate anche le derrate alimentari sequestrate dalla Forze dell'ordine o dalla magistratura.
"Ovviamente solo quando si tratta di cibo buono e perfettamente conservato - precisa Lucchini - Per esempio, il pescato sotto misura, che è contro la legge, ma una volta sequestrato non ha senso buttarlo. Meglio metterlo nei piatti delle mense per i poveri".
Il plauso del Forum del Terzo settore
“Finalmente un provvedimento che mette a norma quanto sarebbe di naturale buonsenso”.
Così il portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri, sull’approvazione in via definitiva del ddl in materia di donazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici ai fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.
“Nel nostro Paese – prosegue – milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nella spazzatura e da un terzo a metà del cibo che potrebbe sfamare qualcuno, viene invece gettato via, per circa 8 miliardi di euro. È evidente che l’approvazione del ddl era una priorità attesa da tempo, che interessa moltissimi ambiti, non solo quello economico, ma anche quello ambientale, il tema della gestione dei rifiuti, quello dell’educazione a una maggiore consapevolezza dei consumi e degli sprechi, fino a quello sociale: con la legge viene istituito un Fondo per la distribuzione gratuita di derrate alimentari alle persone indigenti. Ci auguriamo che anche questo possa essere un tassello nel percorso verso la diminuzione delle diseguaglianze, il cui passaggio fondamentale è la misura di contrasto alla povertà, il reddito di inclusione all’esame del Senato”.
Giudizio positivo anche da Caritas Italiana
"La legge si occupa di tutta la filiera del riciclo del cibo, semplifica gli aspetti burocratici e contempla degli incentivi – sottolinea Francesco Marsico, responsabile dell'Area nazionale dell'ente – È quindi un passo avanti, che apre a nuove politiche contro lo spreco sia a livello nazionale che locale. Valorizza e potenzia quel che il terzo settore finora ha fatto.
Anche per le Caritas diocesane la nuova legge rappresenta una sfida.
"A livello locale le Caritas hanno diverse attività per il sostegno ai poveri: dalle mense alle cooperative. Inoltre collaborano con le aziende donatrici. Ora il testo approvato dal Parlamento ci mette nelle condizioni di poter creare filiere virtuose, che coinvolgono aziende, enti o cooperative, parrocchie".