5 per mille, una mano tesa al Terzo settore
In questo periodo, e fino al 7 maggio, gli enti interessati – volontariato, istituti di ricerca, comuni, associazioni, onlus – possono fare domanda per essere inseriti tra i beneficiari. Si tratta di una modalità concreta, introdotta dieci anni fa, per sostenere attività che vanno a favore del bene comune.
Il 5 per mille rappresenta la quota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) che i singoli contribuenti decidono di destinare a tutti quegli enti che svolgono attività socialmente rilevanti.
La scelta avviene compilando il modello 730-1, è a discrezione del cittadino ed è contestuale alla dichiarazione dei redditi o Modello 730. Venne introdotta, a titolo iniziale e sperimentale, dalla legge del dicembre 2005 n. 266 – dal 2006 a oggi, sono stati destinati 2,6 miliardi di euro agli enti che ne hanno fatto richiesta – e i soggetti che possono beneficiare di questa quota sono i seguenti: enti del volontariato (onlus, associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e provinciali, associazioni e fondazioni riconosciute); enti della ricerca scientifica e dell’università; enti della ricerca sanitaria; attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente; associazioni sportive dilettantistiche riconosciute del Coni come attività di interesse sociale.
Le novità e le scadenze
Entro il 7 maggio, gli enti interessati possono inviare la domanda di iscrizione al 5 per mille per il 2015, attraverso i canali telematici Entratel e Fisconline. In base alla legge di stabilità del 2015, per quest’anno e per gli anni successivi, il 5 per mille non è più provvisorio, ma stabile.
Tra gli enti che possono accedere al contributo, sono state incluse le onlus che svolgono la propria attività nel settore della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale, oltre alle organizzazioni non governative già riconosciute idonee dal ministero degli affari esteri al 29 agosto 2014, data di entrata in vigore della legge n. 125 (“Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo”) e inserite nell’elenco dello stesso ministero.
Tra le altre novità: l’innalzamento del tetto massimo di raccolta, portato a 500 milioni, superiore di 100 milioni a quello fissato per il 2014; l’obbligo di rendicontazione e il recupero delle somme attribuite, su cui dovrà pronunciarsi un decreto di prossima pubblicazione.
Il 14 maggio vi sarà la pubblicazione dell’elenco degli enti iscritti al beneficio. Il termine per la presentazione delle istanze all’Agenzia delle entrate per la correzione di errori di iscrizione è previsto per il 20 maggio.
L’elenco definitivo degli enti sarà pubblicato il 25 maggio, mentre il termine d’invio delle domande e per la loro regolarizzazione, sono fissati rispettivamente per il 30 giugno e il 30 settembre.
I rilievi della Corte dei conti
La stabilizzazione del 5 per mille risponde a uno dei rilievi mossi rispetto a questa materia dalla Corte dei conti, in una relazione del novembre scorso, nella quale i magistrati contabili sottolineavano, tra l’altro, il numero degli enti beneficiari – oltre 50 mila – la necessità di una semplificazione e di modifiche nella gestione per rendere i pagamenti più celeri.
La relazione della Corte conteneva la classifica degli enti che incontrano il maggior favore dei contribuenti, in base ai dati del 2011: in testa l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, con 55,4 milioni, seguita da Emergency (11 milioni) e Medici senza frontiere (8,7 milioni) e l’indicazione di ottimizzare le risorse a disposizione, tenendo conto che 9 mila enti nel 2014 hanno ottenuto un contributo inferiore ai 500 euro e oltre mille non hanno ottenuto nemmeno una firma, «accentuandosi, così, la frammentazione e la dispersione delle risorse» e che «molti beneficiari, pur non avendo finalità di lucro, non producono alcun tipo di valore sociale».
Rilievi ai quali dovrà essere data una risposta dalla riforma del Terzo settore in discussione alla camera.