Garanzia giovani, numeri flop per «l'ennesimo spreco all'italiana»

Libera e Gruppo Abele lanciano "Riparte il futuro": i giovani non conoscono il programma e le opportunità che dovrebbe creare, pochissime le aziende che hanno aderito, corsi di formazione a rischio flop. «Chiediamo al ministero e ai governatori di intervenire immediatamente».

Garanzia giovani, numeri flop per «l'ennesimo spreco all'italiana»

Garanzia Giovani, il fondo da un miliardo e mezzo di euro che l'Unione Europea e il governo italiano hanno stanziato per combattere la disoccupazione giovanile, sta assumendo sempre più i contorni di un «ennesimo spreco all'italiana».
Per questo "Riparte il futuro", la campagna contro la corruzione voluta dall'associazione Libera e dal Gruppo Abele fondati da don Ciotti, ha deciso di mobilitarsi lanciando sul proprio sito una petizione che ha l'obiettivo di tutelare il futuro dei migliaia di giovani.

I numeri d'altronde parlano chiaro
Da quando è partito il programma, nel maggio 2014, circa 430 mila ragazzi hanno aderito al progetto ma meno della metà sono stati contattati per un primo colloquio orientativo da parte dei centri per l’impiego.
Il sito internet di Garanzia giovani (finanziato all’interno di un budget di 30 milioni di euro fra annessi e connessi) è un deserto, le offerte di lavoro latitano e ad oggi sono stati resi disponibili poco più di 50 mila posti di lavoro, in grado di venire incontro solo al 3 per cento di quell’esercito di giovani (1.723.000 persone) che non studiano e non lavorano, ma che sarebbero disponibili a farlo. Anche le aziende che hanno aderito sono pochissime e i corsi di formazione a rischio flop.
«Dobbiamo agire subito – scrivono nell'appello i promotori – I giovani non conoscono il programma e le occasioni che dovrebbe creare. Non solo: le iniziative che lo stato e le regioni stanno portando avanti non sono efficaci. Chiediamo al ministero e ai governatori di intervenire immediatamente».

Un video appello per riportare l’occupazione al centro dell’agenda politica
"Riparte il futuro" a tal proposito ha lanciato un video appello rivolto a governo e regioni, nell'ambito della mobilitazione che intende riportare al centro dell'agenda politica l'occupazione e i giovani.
Il destino di Garanzia giovani, programma ignoto ai più – e soprattutto ignoto ai diretti interessati, i ragazzi – sembra essere quello di perdersi nei rivoli della burocrazia opaca insieme al suo budget di 1 miliardo e mezzo di euro.
I fondi, che vanno impegnati entro il 31 dicembre 2015 e spesi entro il 2018, dovrebbero contribuire a dare una risposta al 42,7 per cento dei giovani disoccupati (dato Istat 2014) e ai quasi 2 milioni e mezzo che hanno già rinunciato allo studio e a cercare un lavoro.
«Non è chiaro a quante persone Garanzia giovani intenda dare risposte – proseguono i promotori – Nei primi report ufficiali si parlava dell’intero bacino di under 30 che non lavorano e non studiano, ma che sono disponibili a farlo: più di un milione e 700mila persone. Da un paio di settimane il bacino con cui lo stato fa i conti è misteriosamente sceso a poco più di 500 mila persone. Senza una dichiarazione, una spiegazione. Chiediamo il perché e soprattutto qual è la strategia che il governo sta mettendo in atto per questo miliardo e mezzo di euro destinati sulla carta ad affrontare il dramma della la disoccupazione giovanile».
«Le risorse che l’Europa ha destinato ai giovani – conclude l'appello di Riparte il futuro – devono andare ai giovani e non disperdersi nei soliti sprechi e nelle zone grigie alla voce “spese generali” di burocrazie incomprensibili. Chiediamo a governo e regioni di agire subito».

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Parole chiave: lavoro (188), garanzia giovani (6), disoccupazione (59), giovani (290)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)