Thiene, cristiani e musulmani insieme per un futuro di pace
Nel pomeriggio di sabato 28 novembre si tiene una fiaccolata silenziosa per le vie del centro. L'idea della comunità islamica – e in particolare dell'associazione Il Futuro – è stata raccolta dal vicariato. Cittadini e famiglie sfilano insieme contro ogni violenza, sull'onda dei fatti di Parigi, per affermare che un futuro di pace è possibile.
La comunità musulmana chiama, il vicariato di Thiene risponde. È bastata una telefonata per trovare l’intesa e decidere di scendere in piazza, in silenzio, uniti contro tutte le violenze “per un futuro di pace”.
È questo infatti il titolo della fiaccolata organizzata con il patrocinio del comune per sabato 28 novembre a partire dalle 17 in piazza Chilesotti. «Lo spunto per questa manifestazione ce lo hanno fornito certamente i fatti di Parigi – spiega Giorgio Busin, delegato per il vicariato di Thiene in consiglio pastorale diocesano – ma il “no” che vogliamo esprimere riguarda qualsiasi genere di violenza, sia che si tratti di terrorismo spacciato per religioso sia che si tratti di guerre scatenate per ragioni economiche in qualsiasi parte del mondo».
Dopo la condivisione delle motivazioni e dei valori alla base della fiaccolata, il serpentone silenzioso composto da singoli e famiglie, giovani e adulti, si snoda per le vie del centro fino a raggiungere piazza Ferrarin, dove la fontana di fronte al municipio è già illuminata per la Giornata contro la pena di morte di lunedì 30 novembre. All’arrivo viene letta una preghiera scritta dall’imam delle comunità del Veneto Kamel Layachi proprio in occasione degli attentati parigini.
A seguire, persone di diverse nazionalità leggeranno alcuni brani dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Oltre ai rappresentanti del vicariato e dell’amministrazione comunale, presenti in piazza anche la consulta dell’integrazione, la Comunità di sant’Egidio, i Focolarini e Asa onlus.
«Come associazione sportiva e culturale Il futuro, abbiamo sentito l’esigenza di questa marcia silenziosa per prendere le distanze dagli atti disumani di cui si sta macchiando il cosiddetto Isis – spiega l’ex presidente Hassan El Meknassi – Sfiliamo come cittadini, accanto ai cristiani, ai membri delle parrocchie e dei movimenti ecclesiali proprio per dire che chi è musulmano per davvero non può compiere atti di terrorismo come quelli che abbiamo visto a Parigi. Vogliamo educare i nostri figli a questo e contemporaneamente chiedere ai thienesi di aiutarci a passare il nostro messaggio: troppo spesso siamo vittime delle strumentalizzazioni della politica e dei media. Dell’Isis ci sentiamo le prime vittime».
E proprio per rafforzare questo messaggio, la comunità musulmana ha organizzato per le 12 di venerdì 27 novembre una versione in italiano del sermone del venerdì, pronunciato dall’imam Layachi. Nella sede di via del Rosario sono stati invitati il sindaco Gianni Casarotto, il vicario foraneo don Antonio Guarise, la comunità cristiana del Santo di Thiene nel cui territorio sorge il centro islamico, e poi una serie di soggetti della società civile. Si tratta dell’ennesima attestazione degli ottimi rapporti che intercorrono ormai da anni tra cristiani e musulmani nel thienese