Codiverno porta in scena la misericordia nel suo presepe vivente
Giunge alla 19a edizione l'allestimento del presepe vivente di Codiverno che ha in calendario numerose animazioni da qui a fine gennaio: un'occasione per rinsaldare i legami nella comunità cristiana, ma anche per trasmettere la fede e i suoi contenuti attraverso un insolito canale. Tema di quest'anno la misericordia nell'anno del giubileo.
Non è solo la presentazione della natività di Gesù e di altre scene della storia della salvezza e della storia moderna, ma l’incontro con una comunità che offre la propria testimonianza di fede e cerca di trasmettere un messaggio che tocchi la mente e il cuore dei visitatori». Presenta così don Fernando Fiscon, parroco di Codiverno, la 19a edizione del presepe vivente. Un appuntamento ormai ricco di una lunga tradizione che ogni anno si veste dei colori e istanze dell’oggi. Tema del 2015-2016: la misericordia.
“Misericordiosi come il Padre”, lo slogan del giubileo indetto da papa Francesco, fa infatti da fil rouge anche al percorso di Codiverno: 14 le scene allestite dentro e fuori la chiesa parrocchiale che vogliono parlare a ragazzi, giovani e adulti di oggi e offrire anche delle “oasi” per fermarsi a riflettere. «Nella cappella in chiesa sarà sempre disponibile un confessore perché chiunque lo desideri possa accedere alla riconciliazione – sottolinea don Fiscon – e diversi gruppi dell’iniziazione cristiana si sono prenotati per affrontare il percorso con la guida dei nostri catechisti».
Un centinaio i figuranti che daranno vita al presepe e una ventina i volontari che prestano lavoro quotidianamente. Il presepio vivente si animerà il 25 dicembre dalle 16 alle 18; il 26 e 27 dicembre, l’1 e il 3 gennaio, il 6 gennaio (con sfilata dei figuranti alle 14.30), il 10 e il 17 gennaio, il 24 gennaio (con sfilata dei figuranti alle 14.30) e il 31 gennaio sempre dalle 15 alle 18.
Fino al 24 gennaio saranno anche allestite una mostra del libro e una mostra d’arte, visitabili dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 11.30 e dalle 15.30 alle 19. «Il percorso inizia davanti alla chiesa con il suono dello jobel che annuncia il giubileo della misericordia e si snoda quindi all’interno». Qui si incontra Maria, madre di misericordia; al centro della chiesa la scritta “Dio è misericordioso” nelle tre lingue italiano, ebraico e arabo; la figura di Zaccaria e le parole del suo Cantico; Gesù bambino; l’incontro di Maria ed Elisabetta e la valorizzazione della pala della santissima Trinità: «Papa Francesco nella bolla di indizione del giubileo (Misericordiae vultus) sottolinea come dal cuore della Trinità sgorga il grande fiume della misericordia di Dio». Usciti dalla chiesa si entra nel villaggio palestinese, con le arti e i mestieri del tempo, l’annuncio ai pastori e la nascita in una grotta a forma di cuore. «Vi sono quindi quattro episodi e passi evangelici – spiega il parroco – l’incontro con l’adultera e la resurrezione del figlio della vedova di Nain, la parabola del buon samaritano e della pecorella smarrita. Da qui si entra nella casa di Francesco». La 13a scena è infatti l’allestimento di piazza San Pietro con la basilica e in particolare il colonnato. «Nelle nicchie del colonnato trovano sede dei pannelli con immagini di papa Francesco e tentativi di attualizzare le opere di misericordia, corporali e spirituali. E qui verrà anche chiesto un gesto concreto: un’offerta libera per le attività del centro di ascolto vicariale della Caritas».
Usciti dalla casa di Francesco, si apre un ulteriore spazio di riflessione. La 14a scena parla infatti di misericordia e compassione, nel senso di affrontare “con-passione” i propri impegni e tempi nei luoghi di vita quotidiana. «Si incontreranno quindi cinque donne di pace, provenienti da percorsi religiosi diversi, come esempio di misericordia e attenzione alle sorti dell’umanità: Etty Hillesum, di origine ebraica e di religione giudaica; Malala Yousafzai, di origine pakistana e di religione islamica; Annalena Tonelli, di origine italiana, cristiana; Aung San Suu Kyi, di origine birmana (Myanmar), di religione buddista; e Rigoberta Menchú Tum, indio guatemalteca, di religione cristiana». Come gesto conclusivo viene proposto di comporre un mappamondo, “Un mondo di pace”, che i visitatori sono chiamati a coprire con fettucce di tanti colori diversi, segno della multietnicità presente in tutti i paesi del mondo.