Asiago ricorda don Pierantonio Gios
L'altopiano ricorda don Pierantonio Gios a tre anni dalla scomparsa in una serata di musica e testimonianze nel duomo di San Matteo. Appuntamento per sabato 15 alle 21 con la corale parrocchiale, don Quintino Creso, Giorgio Zangarelli, Marina Strazzabosco e Liliana Billanovich.
“Tu sei per me come un canto d’amore” è il titolo della serata dedicata a don Pierantonio Gios, a tre anni dalla scomparsa, dalla comunità parrocchiale Asiago insieme al comune, sabato 15 luglio nel duomo di San Matteo alle 21.
«Non si tratta una commemorazione alla stregua di quelle civili o un tributo doveroso a un concittadino illustre, nulla di tutto ciò – spiega Andrea Pinaroli, nipote di don Gios e direttore della schola cantorum che animerà la serata – Sarà una sorta di memoriale dentro cui tutti saremo parti vive, ma ci sentiremo come presenti a una delle liturgie che presiedeva ogni domenica ad Asiago, come cooperatore festivo. Cercheremo così di partecipare con la voce, la preghiera, con l’ascolto delle testimonianze, lasciandoci andare ai ricordi più belli che ciascuno porta nel cuore».
La serata, accompagnata dalla corale parrocchiale del duomo, tanto cara a don Pierantonio, vedrà l’alternanza di canti, preghiere e testimonianze di alcune delle tante persone incrociate dal sacerdote nella sua vita. Nella prima don Quintino Creuso, compagno di classe, ricorderà gli anni del seminario, la vocazione fino all’ordinazione sacerdotale. Con un secondo intervento, Giorgio Zangarelli, amico ed editore di alcuni libri di don Pierantonio, riandrà con la memoria ai tanti incontri in montagna d’estate, con l’immancabile rosario in auto o il nipotino che parla con sant’Antonio. La dimensione familiare sarà sviluppata da Marina Strazzabosco, mentre l’ultima testimonianza sarà affidata a Liliana Billanovich, docente all’università di Padova, che attraverso il profilo bio-bibliografico si soffermerà sul senso della ricerca di don Gios, alla luce dell’esperienza di fede.
Nato ad Asiago il 2 marzo 1940, don Gios, dopo l’ordinazione e gli studi universitari a Milano e a Roma, fu per circa quarant’anni docente di storia prima al seminario maggiore di Padova (di cui fu anche il bibliotecario per lunghi anni), quindi nella sede di Milano della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e, infine, nella Facoltà teologica del Triveneto.
Si spense nella sua terra natale il 19 luglio 2014. Così lo ricorda don Roberto Bonomo, arciprete del duomo di Asiago: «Sono passati tre anni dalla sua partenza per il cielo e continuo a sentirlo vicino come un amico carissimo, un fratello che mi ha insegnato a trovare il cielo amando la terra, un prete innamorato di Cristo perché innamorato dell’uomo, un cercatore appassionato della verità dentro la storia e della bellezza nascosta nel cuore di ogni persona che incontri. Era un montanaro schietto, con la scorza dell’abete, ma dal cuore capace di generose amicizie. Un uomo saggio che aveva attinto la sapienza dalla storia e dalla vita lette con gli occhi del vangelo e il cuore di Cristo».