Veneto: sono più i giovani che partono che non i nuovi arrivati
I dati del rapporto sugli Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes. Anche l'anno scorso è proseguito l'esodo verso paesi stranieri, soprattutto europei. E in Veneto il numero dei cittadini che se ne vanno è superiore a quello degli immigrati che arrivano.
Sulla Difesa del 30 ottobre, dati, interviste, storie per delineare i contorni della "nuova emigrazione" italiana nel mondo.
Emigranti o viaggiatori?
Giovani, famiglie, ma ora anche pensionati che scelgono di partire e fermarsi lontano, oppure cittadini di casa che per un certo periodo decidono di andare all’estero, magari a cercare lavoro (se non proprio fortuna)?
Domande alle quali è difficile dare risposta, perché la mobilità che contraddistingue questo tempo sfugge, non si fa ingabbiare, talora è incontrollabile.
Anche le fonti ufficiali, come l’anagrafe degli italiani all’estero, o i rapporti consolari, appaiono inadeguati, parziali, non in grado di fotografare compiutamente il fenomeno. A esempio, quanti sono i ragazzi che partono per l’Erasmus, o che beneficiano di borse di studio o che più semplicemente vanno a fare un’esperienza professionale oltre i confini nazionali?
Comunque, stando almeno alle statistiche ufficiali, attualmente sono ormai quasi 5 milioni gli italiani all’estero
Una cifra consistente, testimonianza di un movimento che non tende di certo a ridimensionarsi; basti pensare che nell’ultimo anno circa 110 mila nostri concittadini hanno varcato i confini per lavoro, studio, scelta di nuovi ambiti di vita.
Secondo il Rapporto italiani nel mondo 2016, pubblicato dalla fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9 per cento, passando da poco più di 3 milioni di iscritti all’Aire (anagrafe italiani residenti all’estero) a oltre 4,8 milioni. L’incremento in valore assoluto, rispetto al 2015, è di 174.516 iscrizioni (più 3,8 di crescita); la maggior parte è per espatrio (oltre 2,5 milioni) e per nascita (1.888.223).
Si parte anche dal Nord, e sempre di più
Pur restando indiscutibilmente il Meridione la zona di partenza della gran parte dei flussi, si sta progressivamente assistendo a un abbassamento dei valori percentuali del sud a favore di quelli del nord del paese; ciò consegue dal fatto che, negli ultimi anni, pur restando la Sicilia, con 730.189, la prima regione di origine degli italiani residenti all’estero, seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, il confronto tra i tempi più recenti pone in evidenza una marcata dinamicità delle regioni settentrionali, in particolare della Lombardia e del Veneto.
Da gennaio a dicembre 2015, hanno trasferito la loro residenza all’estero per espatrio 107.529 italiani
Rispetto all’anno precedente si registrano 6.232 partenze in più (6,2 per cento di crescita). Il 69,2 per cento (quasi 75 mila italiani) si è trasferito nel vecchio continente: l’Europa, quindi, si conferma essere l’area maggiormente presa in considerazione dagli italiani che vanno oltre confine.
La Lombardia, con 20.088 partenze, è la prima regione in valore assoluto, seguita dal Veneto (10.374), dalla Sicilia (9.823), dal Lazio (8.436), dal Piemonte (8.199) e dall’Emilia Romagna (7.644).
La Germania (16.568) è stata, lungo il corso del 2015, la meta preferita dagli italiani
A seguire, con una minima differenza, il Regno Unito (16.503); poi, più distaccate, la Svizzera (11.441) e la Francia (10.728). Su 107.529 espatriati nell’anno 2015, i maschi sono oltre 60 mila (56,1); l’analisi per classi di età mostra che la fascia 18-34 anni è la più rappresentativa (36,7), seguita dai 35-49 anni (25,8);i minori sono il 20,7 per cento (di cui 13.807 mila hanno meno di 10 anni), mentre il 6,2 ha più di 65 anni (di questi 637 hanno più di 85 e 2.000 sono tra i 75 e gli 84 anni).
Veneto: più partenze che arrivi
Per quanto riguarda il Veneto, dal rapporto emerge un dato molto significativo: lo scorso anno hanno lasciato la nostra regione circa 10.700 concittadini, mentre sono stati soltanto 8.000 gli arrivati.
Di fatto, nonostante il sentire comune, il numero di coloro che sono approdati dalle nostre parti è calato di circa lo 0,65 per cento, con un significativo aumento invece, pari al 5,7 per cento, di coloro che hanno scelto di partire.
Che cosa vuol dire? Che la nostra regione non è più attrattiva? Che siamo poco accoglienti?
Trovare risposte non è semplice. Certo c’è la crisi, è anche vero però che altri paesi e realtà regionali paiono più accattivanti; resta il fatto che anche dal Veneto si parte sempre di più.