Sport. Dai professionisti ai dilettanti con contratto. La sfida della sottosegretaria Valentina Vezzali
S portivi da divano e tv, praticanti più o meno costanti, atleti di professione. L’Italia si divide da sempre al bivio che separa gli “inattivi” dagli sportivi, a loro volta instradati nella piramide con la base dei dilettanti e il vertice dei campioni.
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È confermato anche dal recente studio che Sport e salute, l’azienda pubblica per lo sviluppo dello sport, ha affidato a Ipsos e Iescum. Il report sintetizza l’utenza, che per altro cambia geograficamente e in base al sesso: sportivi di default (il 34 per cento della popolazione), disinteressati (20 per cento), attivi in compagnia (18 per cento), impegnati (17 per cento) e attivi consapevoli (12 per cento).Di certo c’è che l’attività fisica a vari livelli generava prima della pandemia un fatturato di circa 12 miliardi...