Rintracciare le persone: il servizio della Croce Rossa ancora attuale nonostante il web

Da oltre 160 anni il “Restoring family links” cerca persone scomparse a causa di conflitti, disastri o migrazioni. Solo in Italia oltre 1.500 casi aperti. E nei mesi scorsi i volontari si sono occupati anche dei pazienti Covid di cui non si avevano più notizie 

Rintracciare le persone: il servizio della Croce Rossa ancora attuale nonostante il web

Da oltre 160 anni rintraccia famigliari di cui non si hanno più notizie a causa di conflitti, disastri o migrazioni.
È il “Restoring family links”, programma del Comitato Internazionale e dei singoli comitati nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa: una grande rete di operatori e volontari che cerca e spesso riesce a ritrovare persone di cui un genitore, un fratello, una sorella, i figli aspettano con ansia di sapere se è ancora vivo e dove si trovi. Nonostante viviamo nell'epoca di internet e smartphone, è ancora un programma attualissimo. Solo la Croce Rossa Italiana ha oltre 1.500 casi di richieste di rintraccio aperti: “Finché non troviamo la persona o il suo corpo non chiudiamo il caso”, spiega Rossella Di Liberto, coordinatrice dell'ufficio nazionale del Restoring family links.

E se fino a qualche decennio fa si trattava soprattutto di rintracciare vittime della Seconda guerra mondiale, oggi i fascicoli aperti riguardano principalmente i migranti. “La Croce Rossa Italiana è a bordo delle navi adibite per la quarantena dei migranti -racconta Rossella Di Liberto-. E solo su queste navi abbiamo già seguito 50 casi. Abbiamo ristabilito i contatti con i loro parenti che li stavano cercando”. A volte anche per solo per sapere che è vivo e sta bene. “Più in generale, le migrazioni possono portare le famiglie a perdersi di vista - aggiunge- C'è chi scappa da una guerra e magari ci sono fratelli che hanno deciso destinazioni diverse. E poi ci sono persone che arrivano in Libia insieme, ma vengono rinchiusi in centri diversi. E c'è chi si imbarca e chi no. E, infine, c'è chi lascia a casa figli, genitori o partner in luoghi ancora isolati, dove non ci sono cellulari né tanto meno internet”. Per rintracciare le persone la Croce Rossa attiva i comitati nazionali (da cui magari proviene o del Paesi in cui si sa che voleva arrivare), si interrogano data base delle Istituzioni (quando c'è l'accordo). C'è anche un sito e una pagina Facebook, Trace the Face, in cui ci sono volti e messaggi di donne uomini che cercano notizie di un proprio famigliare.

Durante la fase più drammatica in Italia della pandemia c'è stato bisogno anche del lavoro di volontari e operatori del Restoring family links. “Siamo intervenuti su richiesta di famigliari che non riuscivano a rintracciare un proprio caro ricoverato. Oppure ci hanno chiesto aiuto perché era morto ma non sapevano dove fosse finito il corpo. In Emilia Romagna inoltre abbiamo anche svolto un servizio di riconsegna alle famiglie degli effetti personali di una decina di deceduti per Covid-19: un lavoro quindi molto delicato, che richiede una particolare attenzione e capacità di rapportarsi con chi sta vivendo un grande dolore”. (dp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)