Le note che inaugurano l'anno accademico del "Pollini"

Sabato all’Auditorium “Pollini” il concerto di inaugurazione dell’anno accademico 2023/24 dell’istituto musicale che sigla inoltre la conclusione della rassegna padovana dedicata a Malipiero

Le note che inaugurano l'anno accademico del "Pollini"

Saranno note “importanti” quelle che scandiranno il nuovo anno accademico del Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, perfette quindi per descrivere il momento che l’istituto si appresta a vivere: l’inizio dei tanto attesi lavori che ridisegneranno il volto e gli spazi dell’edificio, consegnandolo al futuro e alla città completamente ristrutturato, ampliato e rinnovato secondo standard elevati, finalmente all’altezza del proprio nome e ruolo. 

Il concerto di inaugurazione dell’anno accademico 2023/24 del Conservatorio segna su tutto la conclusione e, almeno simbolicamente, anche l’apice della rassegna “Patavina lumina, Padova per Gian Francesco Malipiero”, parte padovana del progetto regionale “Dialoghi con Gian Francesco Malipiero”, promosso da Amici della Musica di Padova e Asolo Musica - Veneto Musica con la Regione del Veneto e il sostegno della Fondazione Cariparo. 

Il calendario padovano dell’iniziativa, all’interno del quale il “Pollini” è comparso con distinti interventi riferiti a diverse aree (didattica, museale e di produzione artistica), è un omaggio in memoria del prezioso apporto che il compositore veneziano diede alla città del Santo e alla sua Università, dove nel 1936 tenne uno dei primi corsi di Storia della musica avviati in Italia in ambito universitario, subito prima di portare le sue idee innovatrici in qualità di Direttore del nostro Conservatorio, allora chiamato Istituto Musicale “Cesare Pollini”,  carica che ricoprì nel periodo 1938-41. Un “Pollini” che allora stava nascendo e che dunque oggi rinasce forte di tutto il suo bagaglio di tradizione, sempre però guardando - come appunto fece Malipiero - dal presente in avanti, appropriandosi degli elementi della modernità, visti come arricchimento di un’identità precisa. 

Sabato 18 novembre, presso l’auditorium “Pollini”, alle ore 18, l’Orchestra e il Coro del Conservatorio, con Francesco Loregian (docente di Esercitazioni corali) maestro del coro e la direzione di Rocco Cianciotta (docente di Esercitazioni orchestrali), con Massimiliano Vettore al pianoforte (studente della classe di pianoforte della prof.ssa Annalisa Londero), propongono pezzi di Malipiero (1882-1973) - Concerto per archi e organo ad libitum da una sonata di Giuseppe Tartini, Universa universis per coro (tenori, bassi) e 19 strumenti -, Franz Liszt (1811-1895) - Totentanz S 126 per pianoforte e orchestra -, e Antonín Dvořák (1841-1904) - Sinfonia n. 9 op. 95 “Dal Nuovo Mondo” -. 

Un programma solenne e impegnato che mette insieme scritture differenti con il “fil rouge” di un amore-attrazione-ispirazione per il passato, in termini di linguaggio e di suggestione. Malipiero viene ben ritratto nella sua doppia identità di compositore appartenente alla cosiddetta “Generazione dell’Ottanta” e di scopritore-revisore di musica antica: il titolo di apertura è la trascrizione in forma di concerto (dopo una prima elaborazione assai fedele del 1919) della Sonata in sol maggiore GT 2.G8 composta da Tartini nella maturità. Questa seconda versione di Malipiero venne pubblicata dalla casa editrice Ricordi nel 1939. “Patavina lumina” è invece una composizione del 1942 ispirata all’esaltazione dell’antico Ateneo e ad esso consacrata. Il testo, con brevi storici motti latini e le strofe di una canzone goliardica, rievoca in “sette momenti”: Tito Livio, la fondazione dello Studio (1222), la scuola filosofica padovana, Galileo, Morgagni, la goliardia guerriera e la perennità dell’Università padovana come focolare di liberi studi. Il titolo, al momento della pubblicazione, avvenuta nel 1951 (ed. Suvini Zerboni), fu cambiato dall’autore in “Universa universis”. La Totentanz per pianoforte e orchestra (Variazioni sul Dies Irae) nasce dall’entusiasmo della scuola romantica per il Medioevo e gli aspetti mistici e gotici ad esso connessi e che, come immaginario di riferimento, coinvolsero pure Liszt. Come reca il sottotitolo, la “Danza Macabra” consiste di variazioni pianistiche sul tema gregoriano del Dies Irae. Il concerto si conclude con la dolce poesia musicale sognante e nostalgica dell’ultima sinfonia di Dvořák, scritta negli Stati Uniti (e per questo recante il titolo “Dal Nuovo Mondo”), che, per quanto attraversata da echi di spiritual e altri folclori americani, è in definitiva un magnifico esempio di musica boema e una sorta di “lettera a casa”.  

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Info: www.amicimusicapadova.org  e www.conservatoriopollini.it

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Fonte: Comunicato stampa