Guttmann e l’invenzione dello sport per disabili
La storia del neurologo tedesco che in Inghilterra ha aiutato i soldati paraplegici, dando il “la” alle future Paralimpiadi, raccontata in “Un cuore da campione” di Roberto Riccardi per Giuntina
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Roberto Riccardi, generale dei carabinieri e giornalista, aveva già pubblicato con l’editore Giuntina, specializzato in libri di argomento ebraico, due biografie di sopravvissuti alla Shoah. Ed è proprio la casa editrice a proporgli di scrivere la storia del neurologo tedesco Ludwig Guttmann, classe 1899.
Nel ripercorrerne la vita, l’autore si sofferma sulle sue radici culturali e religiose, che ne hanno determinato le scelte umane e professionali. Guttmann godeva di ottima fama nel suo Paese finché gli dissero che, in quanto ebreo, non poteva curare gli ariani e lo confinarono all’Ospedale israelitico di Breslavia. Nella Germania nazista sarebbe stato deportato con la famiglia, così si rifugiò con moglie e figli in Inghilterra e dal 1944 guidò la clinica di Stoke Mandeville, rimettendo “in piedi” con lo sport reduci paraplegici e dando il “la” alle future Paralimpiadi.
"In fondo Ludwig, nella vita, non ha fatto che combattere il razzismo. Verso gli ebrei e verso i disabili che il Terzo Reich voleva cancellare": è il suo modo di rispondere agli orrori della guerra e a ogni discriminazione. Chiosa Riccardi: "La sua crociata per i disabili assomiglia sempre più a un compito sacro, come quello che spinse Abramo a fondare il suo popolo o Mosè a liberarlo dalla schiavitù del Faraone". (L. B.)
(La recensione è tratta dal numero di agosto-settembre di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)