Droghe e anziani. L’International Narcotics Control Board: “Epidemia nascosta”

Over 65 trascurati da ricerche e rilevazioni sull’uso di sostanze stupefacenti, ma il fenomeno risulta in crescita, così come è in aumento la fetta di popolazione anziana in tutto il mondo. L’appello ai governi: “Includere gli anziani nelle ricerche epidemiologiche, ma attenti allo stigma”

Droghe e anziani. L’International Narcotics Control Board: “Epidemia nascosta”

“La pandemia ha causato gravi danni alla salute e al benessere delle persone anziane. Tuttavia, c'è anche un'epidemia nascosta che riguarda l’uso di droghe in questa fetta di popolazione. Il consumo di droghe e i decessi correlati alla droga tra gli anziani sono aumentati, così come il numero di persone anziane in trattamento per problemi legati al consumo di droga”. A lanciare l’allarme sugli effetti sulla salute legati all’uso di stupefacenti tra gli over65 è Cornelis de Joncheere, presidente dell’International Narcotics Control Board che, giovedì scorso, ha pubblicato il proprio rapporto annuale dalla sede di Vienna. Un rapporto che anticipa quello dell’Ufficio delle Nazioni unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), pubblicato a giungo di ogni anno, ma che per la prima volta mette sotto ai riflettori una fascia di consumatori di sostanze stupefacenti che spesso resta fuori da ogni rilevazione statistica dedicata all’uso delle droghe, ovvero gli anziani. Secondo quanto si legge nel rapporto, infatti, “il consumo di sostanze e i disturbi correlati tra la popolazione anziana sono aumentati negli ultimi anni, ma questa fascia demografica è stata in gran parte trascurata”. Secondo l’Incb, i dati mostrano “un aumento dell'uso di analgesici, tranquillanti, benzodiazepine e sedativi da parte delle persone anziane negli ultimi dieci anni. Tuttavia, le indagini sul consumo di droga hanno in gran parte trascurato le persone di età superiore ai 65 anni”.
Per quanto riguarda le rilevazioni statistiche nei paesi ad alto reddito, infatti, al fascia d’età generalmente considerata, spiega il rapporto, è quella compresa tra i 15 e i 65 anni. “Le informazioni sull'uso di sostanze tra le persone di età superiore ai 65 anni sono limitate anche nei paesi in cui vengono condotte indagini periodiche sull'uso di droghe - continua il rapporto -. Scientificamente, epidemiologicamente e culturalmente c'è stata una tendenza a ignorare le persone anziane e questo è evidente dalle lacune individuate nella letteratura e negli atteggiamenti prevalenti nei confronti delle persone anziane all'interno della società”.  Il problema dell'uso di sostanze tra le persone anziane, infatti, è stato riconosciuto come tale solo di recente, spiega il rapporto, e allo stesso modo solo ultimamente sono partiti studi a loro dedicati. Le stime delle Nazioni unite sull’invecchiamento della popolazione mondiale, però, mostrano quanto sia importante occuparsi anche di questo fenomeno. Secondo le Nazioni unite, infatti, la popolazione over65 raddoppierà entro il 2050 raggiungendo quota 1,5 miliardi di persone: una persona su sei, nel 2050 avrà 65 anni o più. “In linea con la tendenza globale all'invecchiamento della popolazione - spiega il rapporto -, i dati provenienti dagli Stati Uniti d'America e da molte parti d'Europa suggeriscono che anche il consumo di droga e i decessi correlati alla droga tra le persone anziane e il numero di persone anziane in trattamento per problemi legati al consumo di droga sono aumentati negli ultimi anni.
Questo aumento, soprattutto nei paesi ad alto reddito, può essere il risultato dell'invecchiamento della generazione del baby-boom" ed è probabile che questa tendenza all'aumento del numero di persone anziane che fanno uso di droghe continui”. I dati raccolti nel rapporto mostrano un incremento dell’utilizzo di droghe più significativi per gli adulti che per i più giovani. “In Germania, durante il periodo 2006-2015, il consumo di droghe nell'ultimo anno è aumentato maggiormente tra i 40enni e più che tra i gruppi di età più giovane - spiega il rapporto -. Il consumo di cannabis è in aumento tra le persone di età compresa tra 55 e 64 anni in alcuni dei paesi più popolati dell'Europa occidentale. I dati sulla prevalenza annuale di Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito mostrano che il consumo di cannabis tra coloro che appartengono a quella fascia di età è aumentato a un tasso più elevato rispetto a qualsiasi altro gruppo di età”. Anche negli Stati Uniti i dati sui consumi tra gli adulti mostrano segnali preoccupanti. Il dato sugli over50 che hanno fatto uso di droghe nell'ultimo anno è passato da poco meno di 1 milione nel 1996 a quasi 11 milioni nel 2016. Non solo, secondo i dati contenuti nel rapporto, “la prevalenza del consumo di cannabis nell'ultimo anno tra le persone di età pari o superiore a 65 anni è aumentata dall'1,2% nel 2012 al 5,1% nel 2019, il che rappresenta un tasso di aumento del 325% - si legge nel testo -, mentre per la popolazione totale, l'aumento è stato relativamente contenuto, dal 12,1 per cento nel 2012 al 17,5 per cento nel 2019, con un tasso di aumento inferiore al 50 per cento”. Anche i dati che riguardano l’uso non medico o l'abuso di analgesici nell'ultimo anno è raddoppiato (dallo 0,8% nel 2012 all'1,7% nel 2019) tra le persone di età pari o superiore a 65 anni, mentre tra la popolazione totale c'è stata una leggera diminuzione (da 4,8% nel 2012 al 3,5% nel 2019). Tra le raccomandazioni rivolte ai governi, quindi, c’è innanzitutto quella di considerare di più e meglio la fascia di popolazione over65 negli studi epidemiologici per quanto riguarda l’uso di sostanze stupefacenti. “Una chiara priorità è lo sviluppo di sistemi di monitoraggio per misurare la natura e l'entità del consumo di droga - si legge nel testo -, compreso l'abuso di farmaci da prescrizione e da banco, tra le persone anziane”. E laddove esistano già sistemi di monitoraggio per l'uso di droghe illecite, la raccomandazione è quella di “rimuovere il limite dei 65 anni e di estendere il monitoraggio ai farmaci da prescrizione e da banco”. Allo stesso tempo, l’Incb chiede di adottare strategie di prevenzione per “prevenire la stigmatizzazione delle persone anziane che fanno uso di droghe - spiega il rapporto -. Si raccomanda inoltre che le persone anziane siano coinvolte nello sviluppo di messaggi per combattere lo stigma a livello di comunità e nella formazione allo sviluppo professionale per coloro che forniscono servizi di prevenzione sia universali che mirati. Si raccomanda inoltre che i programmi di formazione contro lo stigma siano monitorati e valutati su base continuativa per garantire che rimangano aggiornati e adatti allo scopo”.(ga)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)