Compagni in classe con gli alunni disabili? “L'ipotesi non è presa in considerazione”

Vincenzo frequenta la prima elementare in una scuola di Roma. Avendo un autismo grave, la mamma ha chiesto che possa frequentare, insieme a un gruppo di compagni. D'accordo il maestro e i genitori, ma la risposta del dirigente esclude l'ipotesi: potrà andare a scuola, ma da solo. La mamma: “Io non mi fermo”

Compagni in classe con gli alunni disabili? “L'ipotesi non è presa in considerazione”

Oggi è a scuola, ma senza i compagni: la mamma ha dovuto accettare questo “compromesso”, ma è decisa a battersi ancora, per ottenere quel gruppo di compagni che, come previsto dalla circolare n. 662 del ministero, dovrebbe garantire “l'effettiva inclusione”. Per adesso, però, niente da fare. “Ci ho sperato fino a ieri sera – ci racconta Teresa, la mamma di Vincenzo, che frequenta la prima elementare in una scuola di Roma – Lui ha un autismo grave, io sono medico in un ospedale Covid romano. Se non andasse a scuola, dovrei prendermi un congedo e vorrei evitarlo, vista l'emergenza sanitaria e i problemi che la mia assenza andrebbe a creare in un momento del genere. Anche per questo ho chiesto, tramite una mail al dirigente scolastico, che Vincenzo potesse continuare a frequentare in presenza, insieme a un gruppo di compagni, come prescrive la circolare ministeriale che la scuola ha anche pubblicato sul sito. Per questo ero fiduciosa che la mia richiesta fosse accolta, perché avevo avuto l'impressione, anche dall'interlocuzione con la referente del sostegno, che ci fosse consapevolezza e corretta informazione, almeno questa volta. E invece la presenza mi è stata accordata, ma l'inclusione no: oggi Vincenzo è a scuola da solo. E io sono molto amareggiata, perché non cercavo un parcheggio. E non è di questo che lui ha bisogno”.

Come Teresa, altre mamme della stessa scuola hanno chiesto che fosse garantita la “presenza inclusiva” ai figli. Avevamo già ricevuto la disponibilità dei compagni e anche del maestro: la sua intenzione era di offrire la possibilità della presenza anche a quei bambini che, per ragioni diverse, hanno difficoltà con la didattica a distanza. Il dirigente, però, ha scritto chiaramente che non prenderà in considerazione queste disponibilità, né l'ipotesi di ammettere alla frequenza altri bambini, al di fuori di quelli con disabilità”.

Lo ha scritto in una circolare interna, il dirigente: in virtù della “esigenza di ridurre al minimo indispensabile la presenza a scuola e i contatti tra persone, non si prenderanno in considerazione eventuali disponibilità presentate da docenti curricolari. Non sarà inoltre programmata la presenza a scuola di altri alunni”. Il dirigente, insomma, “ha puntato i piedi – afferma Teresa – a dispetto di quanto previsto da una circolare ministeriale. Io non mi fermo, ho intenzione di andare avanti, perché non è questa la scuola che voglio per mio figlio. E se dovesse andare avanti a lungo, non è una situazione accettabile”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)