Carceri: niente licenze straordinarie per i detenuti semiliberi, il digiuno di protesta dei Garanti

Il 30 novembre scorso erano 1076 le condannate e i condannati in semilibertà. Gran parte di loro ha goduto per due anni e mezzo di una licenza straordinaria che gli ha consentito di non tornare a dormire in carcere. I Garanti: “Il comportamento di queste persone è stato irreprensibile. Per questo appare incomprensibile la mancata proroga delle licenze straordinarie”. Promosso un digiuno a staffetta di protesta degli stessi Garanti

Carceri: niente licenze straordinarie per i detenuti semiliberi, il digiuno di protesta dei Garanti

Il 30 novembre scorso erano 1076 le condannate e i condannati in semilibertà. Gran parte di loro (700 all’inizio della emergenza Covid, 4-500 secondo le ultime stime) ha goduto per due anni e mezzo di una licenza straordinaria che gli ha consentito di non tornare a dormire in carcere, come invece previsto dalla misura della semilibertà.

“Salvo casi eccezionali, in cui la licenza straordinaria non è stata rinnovata o è stata revocata, il comportamento di queste persone è stato irreprensibile e ha ripagato nel migliore dei modi la fiducia che è stata loro data. Per questo appare incomprensibile e contrario al principio della progressività del trattamento penitenziario la mancata proroga delle licenze straordinarie per i semiliberi che li costringerebbero al rientro in carcere addirittura, in alcuni casi, la notte di San Silvestro”. Ad affermarlo è una nota a firma dei garanti territoriali delle persone private della libertà, che ricordano come nella giornata di ieri il Governo ha approvato il decreto legge “milleproroghe” i cui contenuti non sono ancora noti.

La Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, istituita presso la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome, rappresenta gli organismi di cui si sono dotati regioni ed enti locali, in base alla legislazione nazionale e regionale. Ne fanno parte 72 Garanti, di cui 16 di regioni e province autonome, sei di province e aree metropolitane e 50 di comuni che hanno istituito garanti delle persone private della libertà ovvero ne hanno formalmente affidato le funzioni ad altri organi di garanzia a competenza multipla.
La Conferenza elegge un portavoce: attualmente ricopre tale carica Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio. La sede operativa della Conferenza attualmente è nella sede del Consiglio regionale del Lazio.
Nella speranza che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Consiglio dei ministri abbiano tenuto in considerazione questo problema, già sollevato durante la discussione parlamentare del decreto-legge ‘anti-rave’, i Garanti territoriali dei detenuti si associano all’iniziativa di sensibilizzazione intrapresa dal collega Franco Corleone, già sottosegretario alla Giustizia e attualmente Garante per il Comune di Udine, e si impegnano a digiunare a staffetta in questi giorni, in attesa della pubblicizzazione della decisione del Governo.

Tra le prime adesioni al digiuno troviamo: Franco Corleone, Garante di Udine; Stefano Anastasìa, Garante per la Regione Lazio; Antonio Bincoletto, Garante di Padova; Alice Bonivardo, Garante di Alessandria; Giuseppe Caforio, Garante per la Regione Umbria; Sonia Caronni, Garante di Biella; Laura Cesaris, Garante della Provincia di Pavia; Samuele Ciambriello, Garante per la Regione Campania; Gianmarco Cifaldi, Garante per la Regione Abruzzo; Sofia Ciuffoletti, Garante di San Gimignano (SI); Eros Cruccolini, Garante di Firenze; Giovanni Fiandaca, Garante per la Regione Sicilia; Maria Losito, Garante di Belluno; Francesco Maisto, Garante di Milano; Maria Mancarella, Garante di Lecce; Alberto Marchesi, Garante di Pisa; Margherita Michelini, Garante di Prato; Luisa Ravagnani, Garante di Brescia; Giovanni Villari, Garante di Siracusa.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)