Tumori pediatrici: nuove frontiere dell’immunoterapia, l’impegno della Fondazione Neuroblastoma

È in corso uno studio clinico che mostra risultati incoraggianti per un tumore con ancora scarso margine di miglioramento. Locatelli: “Senza le associazioni di volontariato è difficile pensare a sviluppi come questi”

Tumori pediatrici: nuove frontiere dell’immunoterapia, l’impegno della Fondazione Neuroblastoma

“Ringrazio Sara Costa per l’investimento che la fondazione ha voluto fare sul progetto”: così il professor Franco Locatelli, direttore del dipartimento di oncoematologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e presidente del Consiglio superiore di sanità a proposito di uno studio che lo vede in prima linea con l’obiettivo di individuare cure migliori per il neuroblastoma, tumore solido tra i più frequenti in età pediatrica. È quanto fa sapere la l’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma in una nota, ricordando anche come la Fondazione nata nel 1998 come costola dell’Associazione, di cui Sara Costa è segretario generale, ha sostenuto in fase preliminare questo progetto di immunoterapia che punta a rafforzare la risposta immunitaria per via dell’infusione di cellule modificate geneticamente, le CAR-T di terza generazione.

In pratica, è in corso uno studio clinico che, come anticipato da Locatelli, mostra primi “risultati incoraggianti” per capacità di penetrazione delle cellule CAR-T in questo tumore solido, in termini di riduzione di tossicità farmacologica e di remissione della malattia. Di questo argomento Locatelli ha parlato durante di recente al convegno “Updates in Neuroblastoma” (“Aggiornamenti sul neuroblastoma”) in memoria di Gian Paolo Tonini, pioniere della ricerca sul neuroblastoma, svoltosi al “CEINGE-Biotecnologie avanzate” di Napoli. Si è trattato di “un investimento importante da parte della Fondazione per un tumore come il neuroblastoma per cui il margine di miglioramento dei pazienti differisce dai progressi clamorosi osservati invece in altre neoplasie pediatriche, in particolare nei tumori del sangue”, ha detto Locatelli a proposito del neuroblastoma che, secondo i dati dell’Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica (Aieop), per la malattia metastatica alto rischio presenta una sopravvivenza ancora inferiore al 50 percento dei casi. “Senza associazioni di volontariato è difficile pensare a sviluppi come questi”, prosegue Locatelli rivolgendosi a Sara Costa, presente al convegno anche nel ruolo di presidente dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, da cui è nata la fondazione come ramo scientifico deputato a selezionare i progetti da finanziare sulla base delle iniziative di raccolta fondi promossi dall’associazione.

L’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma è nata il 23 luglio del 1993, scegliendo come sua sede legale e “naturale” l’Istituto “Giannina Gaslini” di Genova. Le sue origini si legano alla volontà di madri e padri che hanno vissuto l’esperienza della malattia dei propri figli, ma anche su impulso di oncologi frustrati dagli scarsi successi terapeutici ottenibili in quegli anni. Dal 1996, l’associazione è presieduta da Sara Costa, socia fondatrice e mamma di Luca, bambino non sopravvissuto alla malattia. Nel 1998, sempre con sede legale al “Gaslini”, è nata invece la Fondazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, ramo scientifico dell’associazione, promotrice, quest’ultima, di iniziative di raccolta fondi per progetti selezionati e finanziati dalla fondazione.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)