Totti, Ilary e i figli delle celebrità. La Garante invoca la Carta di Treviso
“Proprio perché c’è interesse attorno a queste notizie, chiunque faccia informazione è chiamato ad assumersi ancor di più la responsabilità di valutare se pubblicare o meno certe informazioni sia davvero nell’interesse oggettivo del minorenne, tenendo conto dei limiti e dei principi della Carta di Treviso”
“Di mezzo ci sono i bambini. E i bambini vanno rispettati”: lo dice Francesco Totti, nel video pubblicato nelle sue storie Instagram, per smentire le “fake news” sulle sue vicende familiari. Non solo gossip, ma notizia, visto che tutti i principali organi di stampa si sono interessati molto alle avventure e le disavventure dell'ex capitano giallorosso e della moglie Ilary Blasi, mamma dei loro tre figli di 5, 14 e 16 anni. Bambini, adolescenti, violati nella loro privacy e nel loro diritto alla riservatezza. Un destino, questo, che condividono con tutti quelli che, come loro, sono figli di persone mediaticamente esposte, nel bene o nel male, per una ragione o per l'altra.
Redattore Sociale ha chiesto alla Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Carla Garlatti, se non siamo di fronte a una violazione dei diritti e, dal punto di vista giornalistico, della deontologia professionale. La sua risposta è un invito al rispetto dei diritti e alla tutela dei minori, senza “scusanti” e senza deroghe.
“I figli di celebrità hanno gli stessi diritti di qualunque altro bambino o ragazzo. Ne va rispettata la riservatezza e la dignità – afferma Garlatti - Nel diffondere le notizie che in qualche modo li riguardano non va neppure turbato il loro sviluppo psicofisico, né vanno coinvolti in forme di comunicazione lesive dell’armonico sviluppo della personalità. E questo – precisa - anche a prescindere dal fatto che uno o entrambi i genitori abbiano dato il proprio consenso. Né si può invocare la scusante della notorietà dei famigliari, del fatto che oggi ci siano i social, che le notizie circolino comunque o che vi sia un rilevante interesse pubblico per giustificare un affievolimento dei diritti”.
Ai giornalisti è richiesta un'attenzione particolare: “Proprio perché c’è interesse attorno a queste notizie, chiunque faccia informazione è chiamato ad assumersi ancor di più la responsabilità di valutare se pubblicare o meno certe informazioni sia davvero nell’interesse oggettivo del minorenne, tenendo conto dei limiti e dei principi della Carta di Treviso – ricorda Garlatti - Un documento che andrebbe rispettato anche da chi non è giornalista. Occorre, insomma, rovesciare il punto di vista e mettersi nei panni di un ragazzo – pur se figlio di persone famose – che vede sul web, in tv o sui giornali, notizie su se stesso o sui propri familiari. La celebrità non fa venire meno l’esigenza del rispetto dei suoi diritti”.