Sulla Sea Watch 201 persone in attesa di un porto sicuro. "Sul Mediterraneo è calato il silenzio"

Il porto assegnato è quello di Trapani ma le operazioni vengono ritardate dalle celebrazioni pasquali. “Il nostro team medico si sta occupando dei casi problematici a bordo ma non possiamo garantire un’assistenza idonea per troppo tempo"

Sulla Sea Watch 201 persone in attesa di un porto sicuro. "Sul Mediterraneo è calato il silenzio"

“Nel Mediterraneo centrale continuiamo a essere testimoni di ingiustificati ritardi da parte delle autorità competenti, Malta e Italia, di omissione di soccorso, dell’assenza di un coordinamento per il salvataggio in mare, di naufragi e morti”. A parlare è Alberto Mallardo, dell’ong Sea Watch che con la sua nave umanitaria da più di una settimana attende un porto sicuro di sbarco. Sono 201 i naufraghi a bordo, tra loro 28 sono superstiti del naufragio del 9 aprile scorso in cui risultano disperse almeno 50 persone. “Tra questi ci sono sette minori non accompagnati che ci hanno raccontato di aver visto morire parenti e amici - aggiunge Mallardo -. In questi giorni abbiamo operato anche quattro evacuazioni mediche per 11 persone, che erano state tratte in salvo nello stesso soccorso del 9 aprile. Alcuni di loro avevano gravi ustioni dovute alla fuoriuscita di carburante, alcuni hanno rischiato l’annegamento e avevano acqua nei polmoni. Un caso particolarmente grave ha riguardato un uomo con embolia polmonare”. 

A bordo della nave ci sono anche 34 donne e 9 bambini. Secondo quanto apprende Redattore Sociale è già stato autorizzato il Pos (place of safety) per lo sbarco a Trapani, ma le operazioni potranno avvenire solo nella mattina di domani. Questa sera nella città è prevista la processione dei Misteri, una manifestazione religiosa che si svolge nel venerdì santo nel ricordo della via crucis. Alcune strade rimarranno chiuse e - spiega la Capitaneria di Porto - potrebbe essere difficile assicurare i servizi in banchina in sicurezza. Dopo lo sbarco le persone verranno fotosegnalate e saranno sottoposte a tampone anti Covid 19, poi verranno trasferite sulla nave quarantena. 

“Il nostro team medico si sta occupando dei casi problematici a bordo ma viste le risorse a disposizione e il numero ingente di persone non possiamo garantire un’assistenza idonea per troppo tempo - spiega ancora Mallardo -. Quello che ci stupisce è che sul Mediterraneo sia calato il silenzio. Dal 2019 né la Guardia costiera italiana né quella maltese coordinano più i casi né li classificano come casi sar (search and rescue, ndr) quando invece le unità civili che intervengono assistono le imbarcazioni in distress. Non riconoscerlo è grave. In parallelo a queste mancanze c’è una proattività della Guardia costiera libica. Siamo stati testimoni di un’ intercettazione nel pomeriggio di domenica, alcune persone sono state riportate indietro". 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)