Scuola. Annunciati gli atti preparatori per il bando del nuovo concorso ordinario per la primaria e dell'infanzia
La scommessa della “buona scuola” è quella di offrire percorsi educativi di qualità, per i quali una condizione necessaria sono proprio i docenti.
Facciamo un passo indietro. Per la scuola avere personale docente stabile è assolutamente importante. L’avvicendamento continuo di persone diverse su una medesima cattedra è evidentemente un problema: per gli allievi, che si trovano, a qualsiasi età, a dover cambiare frequentemente gli insegnanti, senza poter individuare persone di riferimento come invece dovrebbe essere; per le famiglie, che ricevono un messaggio di incertezza e di “volatilità” dal mondo della scuola, da quella che invece dovrebbe essere un’istituzione “stabile”; per gli istituti scolastici, cui tocca navigare a vista con non pochi problemi di organizzazione interna e credibilità in ordine ai progetti formativi; per gli insegnanti stessi, infine, che si trovano come a camminare sulle uova: dove sarò quest’anno? Fino a quando durerà l’incarico? E via di questo passo…
Si potrebbe andare avanti, ma basta fermarsi qui per cogliere l’importanza del nuovo annuncio del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, a proposito dei concorsi per gli insegnanti. Incontrando i sindacati nei giorni scorsi, infatti, il titolare di Viale Trastevere è subito intervenuto sul tema del precariato nella scuola, annunciando di aver firmato gli atti preparatori per il bando del nuovo concorso ordinario per la primaria e dell’infanzia, per un totale di 16.959 posti. Non solo, il Ministro ha anche annunciato di aver chiesto al Ministero dell’Economia l’autorizzazione a bandire un nuovo concorso per la scuola secondaria, per un totale di 48.536 posti, di cui 8.491 sul sostegno.
Un annuncio atteso, cui Bussetti ha aggiunto che vuole pensare anche al futuro rinnovo contrattuale e al quale ha fatto seguire questa dichiarazione (diffusa dal Ministero): “C’è la volontà di procedere con il nuovo contratto di comparto. Così come vogliamo aprire una nuova stagione concorsuale che possa portare energie nuove nella scuola italiana, con un piano pluriennale di assunzioni che consenta a chi vuole intraprendere la carriera di docente di andare in cattedra e ai precari di essere finalmente assunti”.
Intraprendere la carriera di docente. Qui sta il nodo. Quella dell’insegnante dovrebbe poter essere una “carriera” ambita, perché oggettivamente si tratta di una professione tra le più importanti che si possano svolgere. Chi vorrebbe affidare i propri figli a insegnanti “precari”, non solo nel senso che non hanno un posto fisso – cosa abituale per la scuola italiana –, ma soprattutto nel senso che non sanno chi sono e che cosa vogliono? La scommessa della “buona scuola” – e il riferimento non è agli slogan politici – è quella di offrire percorsi educativi di qualità, per i quali una condizione necessaria sono proprio i docenti. Di qualità e stabili. Convinti di svolgere un ruolo professionale e sociale di prim’ordine.
Recuperare il valore della funzione docente è allora una priorità assoluta. E passa anche attraverso la certezza delle cattedre, la stabilità del personale, le garanzie di un’istituzione che si occupa seriamente della qualificazione dei docenti.
Il concorso è allora un passo avanti importante. Bussetti, all’indomani dell’incontro con i sindacati, ha portato la questione in un incontro di maggioranza al Ministero dell’Istruzione, con i parlamentari di Lega e 5 Stelle. E ha comunicato l’avvio delle procedure concorsuali.
Adesso c’è da aspettare, vigilando che si proceda con sollecitudine e senza marce indietro.
Alberto Campoleoni