Salmo 84. Bisogna procedere insieme perché giovani e anziani, genitori e figli possono sostenersi a vicenda

Ecco cosa accade al fedele che percorre la via verso il Signore: “cresce lungo il cammino il suo vigore” (v. 8)

Salmo 84. Bisogna procedere insieme perché giovani e anziani, genitori e figli possono sostenersi a vicenda

Abbiamo appena vissuto la festa del Battesimo del Signore, ma solo due giorni prima celebravamo la solennità dell’Epifania, in cui i Magi prendono il posto dei pastori di fronte a Gesù avvolto in fasce nella mangiatoia di Betlemme. La memoria della successione degli avvenimenti del tempo di Natale aiuta a interpretare l’esperienza di fede proprio come un cammino spirituale. Sia i pastori, sia i Magi sono camminatori, uomini che non si fermano davanti al buio, ogni buio, ma che, ricevuta la buona notizia, si fidano di una parola o di un segno e alla loro luce giungono all’incontro decisivo, quello con Dio fatto uomo. Il salmo 84 può accompagnarci in questo itinerario che è sia fisico sia interiore. Il componimento ha una funzione liturgica, affiancandosi alle “ascensioni”, cioè le strade del pellegrinaggio che salgono verso il Tempio di Gerusalemme, la casa del Signore per antonomasia. “Quanto sono amabili le tue dimore” (v. 2), “L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente” (v. 3) Questo è l’ardore di chi cerca Dio e già di per sé interpella la nostra coscienza e invita a domandarci con che onestà noi cerchiamo di stare alla presenza del Signore. “Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari” (v. 4): gli uccelli evocati sono quanto di più inerme si possa immaginare e ciò evidenzia la consapevolezza del credente che dichiara di aver bisogno di un riparo presso Dio: “Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore. Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni (vv. 5-7). Il bisogno di Dio matura in un desiderio di seguirlo sulla strada da Lui indicata e l’esperienza che si vive è quella di riuscire a leggere anche gli avvenimenti dolorosi come fecondi, per cui le lacrime divengono acqua sorgiva che irrora la terra della nostra desolazione come una pioggia benedicente. Poi, ecco cosa accade al fedele che percorre la via verso il Signore: “cresce lungo il cammino il suo vigore” (v. 8). In modo misterioso ma concreto, la sequela concede al cristiano di trovare sempre nuove risorse ed energie nel corso dell’ascesa o, appunto: ascesi… Si cade lungo la strada, si può inciampare, nessuno può vantare un percorso netto, ma quando si mantiene l’intenzione e la direzione verso la casa di Dio, non si ritorna indietro, ma si riparte da un punto comunque più avanti rispetto a dove si era prima. Invece di stancarsi sempre più, come sarebbe naturale accadesse, man mano che il pellegrinaggio prosegue il camminatore che cerca il Signore acquista forza ed è per questo che è bene procedere insieme perché giovani e anziani, genitori e figli possono sostenersi a vicenda, non è determinante l’età, ma la fiducia e la speranza di ciascuno, che non saranno deluse. “Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa” (v. 11) “Perché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità. Signore degli eserciti, beato l’uomo che in te confida” (vv. 12-13). Il pieno riconoscimento della bontà del Signore e della fedeltà alle Sue promesse non è qualcosa che può restare gelosamente stretto come un possesso di cui godere da soli: la grazia, la gloria e il bene che Dio ci concede sono per essere condivisi e a questo invita il salmista. Dalla nascita di Gesù, Egli è l’Emmanuele, il Dio con noi e che cammina con noi per ricondurci al Padre suo e Padre nostro. È quello che nuovamente possiamo vivere nei giorni del tempo ordinario appena iniziato.

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Fonte: Sir