Psichiatra uccisa, “Tuteliamo la salute mentale per tutelare gli operatori”

Lettera aperta di Unasam: “Mai come in questi ultimi anni sta emergendo una situazione di profonda inadeguatezza organizzativa e finanziaria del sistema salute mentale e del sistema sanitario in generale, determinata da scelte politiche che l’Unasam non condivide e che continua a contrastare”

Psichiatra uccisa, “Tuteliamo la salute mentale per tutelare gli operatori”

“Mai come in questi ultimi anni sta emergendo una situazione di profonda inadeguatezza organizzativa e finanziaria del sistema salute mentale e del sistema sanitario in generale, determinata da scelte politiche che l’Unasam non condivide e che continua a contrastare”: così Unasam scrive in una lettera aperta a Simona Elmi, dirigente delegato dell’Unità Funzionale della Salute Mentale Adulti di Pisa, in merito alla morte della psichiatra Barbara Capovani, aggredita i giorni scorsi mentre lasciava il suo turno di lavoro.

Nel chiedere di esprimere la vicinanza dell’Unasam alla famiglia e a tutti gli operatori dell’Unità funzionale, la presidente dell’Unasam Gisella Trincas commenta: “Non sappiamo se questa tragedia poteva essere evitata ma sappiamo che da troppo lungo tempo i servizi di salute mentale hanno subito un continuo depauperamento di risorse umane e finanziarie, a danno delle persone che ai servizi si rivolgono e degli stessi operatori disarmati davanti alla complessità delle situazioni che ogni giorno si trovano ad affrontare”.

Nella lettera aperta l’Unasam e tutte le associazioni che la compongono hanno ben chiaro che per tutelare i diritti di tutti (di chi nei servizi opera e di chi dei servizi ha bisogno), serve un ben altro passo e un ben altro sguardo da parte del Governo nazionale e dei governi regionali. Per la presidente Gisella Trincas, “è necessaria una sempre più stretta alleanza e condivisione tra le famiglie e gli operatori dei servizi di salute mentale, finalizzata alla costruzione di percorsi di cura orientati alla ripresa, nella piena tutela e sicurezza degli operatori che, in questi percorsi di ripresa, sono impegnati. Siamo parte della stessa barricata e la politica istituzionale non può guardare da un’altra parte”.

In conclusione per Unasam “l’aggressione che ha subito e la morte della dottoressa Barbara Capovani devono indurre tutti noi a proseguire, ognuno per la sua parte di competenza e responsabilità, nella strada già tracciata e perseguita non senza fatica e difficoltà”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)