Paralimpiadi, a Tokyo 2020 i sei atleti del team rifugiati

Gareggeranno in rappresentanza degli oltre 82 milioni di persone che sono state costrette a fuggire, 12 milioni delle quali vivono con una disabilità. Parsons (Ipc): "La squadra sportiva più coraggiosa del mondo"

Paralimpiadi, a Tokyo 2020 i sei atleti del team rifugiati

Il Comitato paralimpico internazionale (Ipc) ha confermato oggi i sei atleti che rappresenteranno il Refugee paralympic team (Rpt) ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Gli atleti, una donna e cinque uomini, gareggeranno in paratletica, paranuoto, paracanoa e parataekwondo. Il team rappresenta gli oltre 82 milioni di persone in tutto il mondo che sono state costrette a fuggire da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, 12 milioni delle quali vivono con una disabilità. Lo chef de mission per la squadra è Ileana Rodriguez, una rifugiata cubana che ha gareggiato ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 nel nuoto per gli Stati Uniti.

"Vorrei esortare le persone di tutto il mondo a sostenere la squadra sportiva più coraggiosa del mondo, la squadra paralimpica dei rifugiati", l'invito di Andrew Parsons, presidente dell'Ipc. "Questi atleti esemplificano come il cambiamento inizia con lo sport: hanno subito lesioni che hanno cambiato la vita, sono fuggiti per la loro sicurezza e hanno intrapreso viaggi pericolosi, ma nonostante le numerose barriere poste sul loro cammino, sono diventati atleti d'elite pronti a competere ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Lo sport è un potente strumento per includere i rifugiati con disabilità nella società e l'annuncio del Refugee paralympic team è un momento toccante per l'Ipc: stiamo mantenendo un impegno che abbiamo preso al Forum mondiale dei rifugiati dell'Unhcr nel 2019 per promuovere la partecipazione equa nei eventi sportivi per i rifugiati".

L'annuncio della composizione della squadra è stato dato tramite un video con le voci e i volti delle star del mondo della musica, dello sport, della letteratura, del teatro e dello schermo che difendono la causa dei rifugiati. Per cominciare, Ibrahim Al Hussein, nuotatore rifugiato siriano che vive ad Atene, è stato annunciato dal frontman dei Coldplay, Chris Martin. E' poi la volta dell'atleta Alia Issa, rifugiata siriana che vive sempre ad Atene, annunciata dall'attrice britannica e Goodwill Ambassador dell'Unhcr, Gugu Mbatha-Raw. Parfait Hakizimana, rifugiato del Burundi che vive nel campo profughi di Mahama, Ruanda, specializzato nel parataekwondo, è stato annunciato dalla cantante d'opera e destinataria della Legione d'onore francese e ambasciatrice di buona volontà dell'Unhcr, Barbara Hendricks (la sua partecipazione è legata però alle chance di qualificazione fissate al primo agosto). Ancora, a Tokyo ci sarà Abbas Karimi, nuotatore rifugiato afgano che vive a Fort Lauderdale, negli Stati Uniti, annunciato dall'ambasciatore di buona volontà dell'Unhcr Khaled Hosseini, l'autore del best-seller 'Il cacciatore di aquiloni' e lui stesso rifugiato afghano. Anas Al Khalifa, rifugiato siriano che vive a Halle, in Germania, gareggerà nella paracanoa e il suo nome è stato annunciato dal calciatore e sostenitore di alto profilo dell'Unhcr, Asmir Begovic. Infine c'è Shahrad Nasajpour, rifugiato iraniano che vive a Phoenix, negli Stati Uniti, ed è specializzato nel lancio del disco, annunciato dal calciatore del Bayern Monaco e del Canada, Alphonso Davies, anch'egli rifugiato originario della Liberia e recentemente annunciato come Goodwill Ambassador dell'Unhcr.

Il team rifugiati gareggerà a Tokyo 2020 sotto la bandiera dell'Ipc e sarà la prima squadra a entrare nello stadio nazionale giapponese durante la cerimonia di apertura, il prossimo 24 agosto. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)