Nuovo anno pastorale. Dopo l'assembla diocesana: "Ripartiamo dal cuore, il battesimo"
Ereditiamo, in questo nuovo tratto di strada, alcune scelte forti compiute dai vescovi Filippo e Antonio: chiesa di adulti, slancio missionario, sinodalità... Nuovo anno pastorale: nessun “piano cartaceo”, come gli anni scorsi, ma un “luogo” comune attorno a cui sostare spiritualmente: il fonte battesimale. «Per continuare il nostro viaggio come popolo e assemblea dei discepoli». Ripartiamo insieme dal battesimo, grembo che ci genera alla fede, per domandarci chi siamo, dove andiamo e chi ci accompagna nel cammino
La Chiesa di Padova ha un appuntamento. Ce l’ha dato sabato scorso, all’apertura dell’anno pastorale, il vescovo Claudio: è attorno al fonte battesimale. «Sostiamo spiritualmente presso questa sorgente, e ascoltiamone la voce: è la voce dello Spirito. Lì ci troveremo insieme, aspettandoci reciprocamente, per continuare il nostro viaggio come popolo e assemblea di discepoli. I prossimi passi sono nelle mani del nostro pastore e della nostra unica guida, il Signore Gesù».
Il nostro viaggio
Lo sguardo del vescovo Claudio – all’inizio di questo anno pastorale che ha per slogan “ Nella gioia del battesimo” – si è rivolto a quell’evento di Chiesa, ancora attualissimo, che è stato il Concilio Vaticano II, da cui oltre cinquant’anni fa è partito un nuovo slancio per riscoprire il battesimo. «Da tutti è riconosciuto come grembo che ci genera alla fede pasquale nella Chiesa. E allora ripartiamo da lì! Per domandarci chi siamo, dove andiamo, chi ci accompagna nel cammino».
Ci accompagnano, nel viaggio da compiere, alcune scelte forti compiute in un passato recente: quella “per una Chiesa di adulti”, intuizione dal vescovo Filippo. E quella di guardare “oltre” gli orizzonti – voluta dal vescovo Antonio – per riscoprire l’indole missionaria nella cultura, nella missione e nel campo ecumenico. Ma c’è dell’altro: «Nel 1993 è stato pubblicato dalla nostra Diocesi un testo programmatico della attività pastorale di quegli anni: “Il volto di una Chiesa sinodale”. La prima parte è stata collocata sotto il titolo “La comunità cristiana soggetto di pastorale”. Dunque non partiamo da zero, ma ereditando e continuando il cammino».
Dal Vaticano II a oggi è cambiato il mondo: a livello geopolitico, antropologico, sociale... «Pensiamo – ha evidenziato don Claudio – anche alla progressiva perdita di rilevanza pubblica e culturale delle nostre comunità cristiane e della nostra Chiesa». Ma... «in questo mondo così modificato, e non necessariamente in peggio, come continuare la nostra missione di evangelizzatori? Come prendere consapevolezza di essere stati “battezzati e inviati”, per usare lo slogan di questo Mese straordinario della missione?».
Qui si colloca l’appuntamento che il vescovo Claudio dà alla Chiesa di Padova: «All’inizio di un anno pastorale, senza un vero e proprio piano pastorale, vi chiedo di abitare un’esperienza, quella del battesimo, che tutti abbiamo vissuto. Il battesimo... è un piano pastorale!».
I prossimi passi
«Negli ultimi anni abbiamo scritto molto – ha sottolineato Francesco Ballan, vice presidente del consiglio pastorale diocesano – Tanti ci chiedevano tempo per assimilare tutto questo materiale e di non continuare a inserire elementi di novità nel cammino diocesano. Allo stesso tempo c’era chi domandava un percorso unitario che facesse da collante e da riferimento per tutta la Diocesi».
«Con gli organismi diocesani siamo arrivati a questa scelta – ha spiegato don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale – non nuovi orientamenti, ma un’occasione formativa soprattutto per gli organismi di comunione. Per certi versi è una scelta ancora interlocutoria, anche se di valore, che non vuole esaurirsi in un anno, ma dare vita a un processo progressivo di riappropriazione del dono del battesimo».
Ci serve un “certo” sguardo
Il bagaglio ci è chiaro: Vaticano II, cammino di oltre cinquant’anni, scelte della Chiesa di Padova, mondo in continuo cambiamento, unica sorgente nel battesimo... Senza dimenticare, ce lo ricorda il vescovo Claudio, «una permanente vocazione ad annunciare oggi, in questo tempo di Grazia, il Vangelo dell’amore e della misericordia a tutti».
Ma come rispondere a questa vocazione? Riscoprendo il battesimo! Qui, però, sabato scorso don Claudio si è fatto esigente: «Guardiamo al battesimo degli adulti. Concentrarci su quello dei bambini ci porterebbe a infantilizzare la nostra proposta pastorale e a costruire comunità battezzate, ma non evangelizzate e quindi non capaci di rendere ragione della loro speranza».
Sostiamo e ripartiamo
«Con il battesimo sono rinata». Shirin Caterina Gaggiola, neofita della nostra Chiesa di Padova, sabato scorso ha aperto con le sue parole l’assemblea diocesana. Mamma iraniana e papà italiano – musulmana lei e cristiano lui, entrambi non praticanti – a un certo punto ha incontrato Gesù. «All’inizio, temevo il giudizio della mia famiglia e delle gente, ma tutti mi hanno sostenuto. Soprattutto la mia parrocchia di Bresseo. Ora, dopo il battesimo, per me è il tempo della comunità...»
Con lei, è il tempo della comunità per tutta la Chiesa di Padova! Ancor più in questo secondo anno di visita pastorale del vescovo Claudio. È il tempo della comunità che sosta al fonte battesimale, lo abita con la propria storia, si pone domande di senso e... sceglie di rispondere insieme.
Il manifesto dell’anno... lo fa ogni parrocchia
«Per evitare l’annualità della proposta – ha spiegato sabato scorso Francesco Ballan – non c’è un unico poster identificativo per l’anno pastorale che inizia, anche se in semplicità, consigliamo a ogni parrocchia di realizzare la propria immagine, magari scattando la foto di un momento comunitario, in cui tutti si riconoscono e si specchiano reciprocamente nel dono del battesimo».
Via, quindi, agli scatti. Ciascuna parrocchia trovi in momento più adatto per immortalarsi e poi “stamparsi in grande” e riconoscersi, volto dopo volto, immersi nello stesso dono del battesimo.
Quattro schede/laboratori per crescere in gruppo
Quattro piste aperte da prendere in mano in base alle esigenze della propria parrocchia. È questo l’identikit delle quattro schede di approfondimento sul battesimo.
Questi i titoli/temi: La bellezza del battesimo; Essere figli, essere amati. Doni e carismi a servizio della comunità e della vita; La testimonianza dei battezzati dentro le questioni del nostro tempo; Responsabilità, sobrietà e sostenibilità nell’uso dei beni.
I primi destinatari delle schede sono gli organismi di comunione, ma la proposta può essere allargata agli operatori pastorali e all’intera assemblea eucaristica. «L’intento vorrebbe essere quello di una comprensione e di una crescita condivisa in gruppo, non tanto di un apprendimento scolastico». Per questo motivo il metodo per utilizzare le schede, basato sul discernimento comunitario, è di tipo laboratoriale.
Catecumenato: domenica, rito di ammissione in Duomo
Da quando è arrivato in Diocesi, quattro anni fa, il vescovo Claudio ha «unito intimamente a Gesù» – così si è espresso sabato scorso – 100 adulti. «Ci sono stati momenti commoventi e sempre ho sperato che le nostre comunità potessero ripartire guardando ai catecumeni e ai neofiti e lasciandosi trascinare dal loro entusiasmo».
Questa domenica, in Cattedrale, don Claudio ammette al catecumenato 27 persone: iniziano un cammino di ascolto, fraternità, formazione morale, preghiera che durerà due anni. Il 1° marzo, prima domenica di quaresima, celebrerà il rito di elezione di 29 adulti che saranno battezzati nella notte di Pasqua. «Alcuni di questi, come ogni anno, avrò io stesso la gioia di farli nascere nella luce del Signore risorto. Sarei contento se qualcuno di voi potesse essere presente a nome della propria comunità».