Nevegal. Il suo manto abbraccia la Chiesa

Nato per i villeggianti, è luogo di fede in Valbelluna

Nevegal. Il suo manto abbraccia la Chiesa

Un santuario moderno, non legato a eventi miracolosi ma alla volontà di offrire un luogo di assistenza spirituale ai villeggianti, e allo stesso tempo di spiritualità per la città che sorge, in basso, a una ventina di minuti d’auto. È il santuario del Nevegal, che si trova sull’altopiano dell’omonimo monte che divide Belluno dalla pianura, a mille metri di altezza.

Il santuario è dedicato all’Immacolata “Nostra Signora di Lourdes”. La prima pietra fu posata il 21 marzo 1994; venne quindi ben presto aperto al culto il 30 luglio del medesimo anno e solennemente consacrato il primo maggio 1995. Fu progettato dall’architetto Eugenio Abruzzini come un grande manto che si stende sull’assemblea: il manto di Maria che si posa sulla Chiesa. L’aula è a semicerchio attorno all’altare; oltre le vetrate si prolunga in un vasto portico e in una piazzetta, capaci di ospitare migliaia di persone durante le celebrazioni.

Domina la chiesa la solenne immagine di Cristo, effigiata in un graffito nell’abside, opera dello scultore Franco Fiabane. Un angelo in pietra invita il fedele a guardare anche all’ambone, luogo da cui si proclama la Parola di Dio; la pietra ribaltata del Sepolcro sottolinea il centro dell’annuncio. La cappella feriale, oltre a custodire l’Eucaristia, è dedicata al ministero della riconciliazione. Ospita un cotto di Renato Varese che ricorda il perdono dell’adultera da parte di Gesù e il gallo che cantò, risvegliando la coscienza di Pietro.

Proprio di fronte alla chiesa, a cui la unisce una corsia in marmo – come a dire che Maria indica la strada che conduce a Gesù – si trova la grotta dell’Immacolata ispirata a quella di Lourdes, riprodotta in forma moderna. La statua in marmo della Vergine fu benedetta da papa Giovanni Paolo II nel 1992; sotto i suoi piedi, la Luna, e nella nicchia una corona di dodici stelle, come nella visione dell’Apocalisse.

Altro splendido momento di fede è rappresentato dalle cinque cappelle con i misteri del rosario, che congiungono la grotta con la strada: è un vero itinerario spirituale lungo il quale il fedele o i gruppi si spostano contemplando gli eventi della vita di Gesù. Si tratta di venti mosaici realizzati dalla Scuola di Spilimbergo, di cui gli ultimi cinque, i “misteri luminosi”, introdotti solo nel 2002 proprio da papa Wojtyla, furono realizzati successivamente. Dal piazzale del santuario, infine, una breve Via Crucis, con immagini sempre di Fiabane, sale a una collinetta dove sorge il moderno campanile.

Curano il santuario, aperto tutto l’anno, due sacerdoti diocesani e tre religiose Serve del Cuore di Gesù e dei poveri. Si celebra la messa ogni giorno alle 18 e nei festivi alle 10.30 e 18 (in ora solare alle 17). Il sabato alle 9 è celebrata una messa per tutti gli ammalati, cui fa seguito, come a Lourdes, la processione e la benedizione col Santissimo Sacramento.

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