Musica per Patrick Zaky, due canzoni per chiederne la liberazione

Un brano strumentale dai ritmi orientali, di Andrea Marchesino e Marta Dell’Anno, e un pezzo hip hop di Cadu Neto. Sono le due canzoni composte per lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere in Egitto dal 7 febbraio 2020. “La musica certo non può salvare Patrick, ma almeno può contribuire alla sua scarcerazione”

Musica per Patrick Zaky, due canzoni per chiederne la liberazione

Non ci sono solo articoli, comunicati, petizioni, video, a chiedere la liberazione di Patrick Zaky, ma adesso anche la musica. Da quando lo studente egiziano dell’università di Bologna è stato arrestato, il 7 febbraio del 2020, sono state scritte due canzoni per raccontare la sua storia: il brano strumentale dai ritmi orientali 

, di Andrea Marchesino e Marta Dell’Anno, composto per il documentario Waiting for Patrick di Valerio Lo Muzio, e il pezzo hip hop Patrick Zaky di Carlos Eduardo Evangelista Marques Neto (detto Cadu), alias Zarabatana.

Io giocavo a calcetto con Patrick nella squadra dell’università di Bologna, ci vedevamo una o due volte a settimana – racconta Cadu –. Eravamo amici, scherzavamo sempre, e poi era bello perché avevamo molti interessi in comune: nella squadra, lui era l’unico con cui potevo parlare di politica e confrontarmi sulla situazione internazionale. I giorni prima del suo arresto ci dovevamo incontrare per parlare di possibili progetti insieme, ma faceva molto freddo e abbiamo rimandato. Quando mi hanno detto che l’avevano arrestato è stato un colpo durissimo: ho provato a scrivergli 60 mila volte su WhatsApp, l’ho chiamato varie volte, non gli arriva nulla”.

Cadu, 26 anni, viene da San Paolo, in Brasile. È a Bologna da tre anni, studia relazioni internazionali e nel frattempo lavora come barista. Ma la sua passione è il rap: “Il rap è sempre stato presente nella mia vita, lo ascolto da quando ero bambino – ricorda –. Da un anno mi sono messo anche a scrivere testi, soprattutto in portoghese, la mia lingua madre. È un genere politico, fatto per denunciare le ingiustizie, i diritti umani calpestati, la mancanza di libertà. Ecco perché ho deciso di scrivere un pezzo per Patrick”. Il brano, che si intitola proprio Patrick Zaky, è nato ascoltando una base di Max Marchenko, un artista russo scappato in Italia dopo lo scoppio del conflitto con l’Ucraina: “Purtroppo le storie si ripetono: siamo in un sistema che toglie la libertà alle persone, dove manca umanità. Mi sono messo le cuffie e ho iniziato ad ascoltare la base di Max: ricordo che ero sotto alle due torri, vedevo il volto di Patrick, e lì mi è venuta l’ispirazione”.

Anche Andrea Marchesino, 26 anni, quando ha accettato di scrivere la colonna sonora del documentario Waiting for Patrick ha cercato l’ispirazione nella vicenda stessa di Zaky. “Quando io e Marta siamo andati in studio, non avevamo scritto neanche una riga – racconta –. Ci siamo messi a ragionare insieme e a pensare all’assurda storia di Patrick, che è uno studente, un mio coetaneo, e oggi è chiuso in carcere ingiustamente. Ho detto a Marta: ‘Ma tu ti immagini se io domani andassi in Egitto e mi arrestassero come prigioniero politico? E non mi vedessi per più di un anno?’ Lì ci si è gelato il sangue, e abbiamo iniziato a suonare”.

Andrea e Marta, entrambi di Foggia, da cinque anni hanno un duo e da poco è uscito il loro primo disco, Altro non c’è. Ma questa volta il lavoro da fare era diverso: “A guidarci c’erano le illustrazioni di Gianluca Costantini e le lettere dal carcere di Patrick stesso, lette dalla voce di Alessandro Bergonzoni – racconta Andrea –. Quando tu sei bagnato di una certa atmosfera, intriso di un contesto, il tuo strumento risponde quasi da solo, come se non fossi nemmeno tu a suonare”. È nato così For Zaky, un brano che oggi i due artisti hanno “regalato” a Patrick: “Stiamo cedendo i diritti della canzone a Patrick stesso, per mettergli a disposizione un piccolo salvadanaio quando uscirà dal carcere: certo non diventerà ricco, ma almeno questi soldi potrebbero fargli comodo. Ci siamo chiesti: la musica come può restituire qualcosa a Patrick, a cui è stato tolto tutto, dalla libertà fino ai diritti più fondamentali? Certo, non può salvarlo, ma almeno può contribuire in qualche modo alla sua scarcerazione, anche solo mantenendo alta l’attenzione su di lui”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)