Minori ucraini e i rischi dell’accoglienza “fai da te”
Il richiamo della Garante dell'infanzia e adolescenza, Carla Garlatti: “Seguire sempre le vie legali e gli iter istituzionali, la buona accoglienza non si fa con l’emotività”
Sono oltre 75 mila i rifugiati ucraini arrivati in Italia nel primo mese di conflitto nel paese. Oltre la metà sono donne, 7 mila gli uomini e 22 mila i minori. Solo una piccola parte ha fatto ricorso al sistema di accoglienza ordinario mentre la maggior parte ha provveduto a trovare una sistemazione in maniera autonoma, appoggiandosi alla comunità ucraina in Italia che conta circa 250 mila persone. A fornire i dati è stata la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, in audizione in commissione Schengen alla Camera. Nell’incontro la ministra ha parlato anche dei minori non accompagnati: finora 475 quelli individuati, di cui 244 femmine e 321 maschi. Di questi 266 hanno un’età compresa tra i 7 e i 14 anni, mentre 38 sono sotto i 6 anni. Ed è proprio su questi piccoli rifugiati che va concentrata l’attenzione maggiore.
"In queste settimane stiamo assistendo a un fenomeno migratorio diverso dal solito: un numero ingente di persone, arrivato in poco tempo, soprattutto donne con bambini anche molto piccoli. La composizione dei minori non accompagnati è diversa: non vediamo sedicenni o diciassettenni in cerca di lavoro e di una prospettiva in Italia, come nei flussi da altri contesti. Sono, invece, ragazzi usciti dal paese in una sorta di evacuazione di massa - sottolinea la Garante dell’infanzia e adolescenza Carla Garlatti -. I profughi ucraini vengono ospitati per lo più da familiari e conoscenti. Si tratta di una sistemazione temporanea, perché tanti vogliono tornare a casa”.
Tanti italiani si sono resi disponibili ad accogliere persone ma è proprio dietro questa accoglienza informale che si possono nascondere alcune insidie. “Il fai da te è pericoloso. E’ bello che ci sia grande generosità da parte delle persone, tanti si offrono per ospitare minori, ma bisogna ricordare che vanno seguite le vie istituzionali, perché tra le persone per bene si possono nascondere malintenzionati - afferma Garlatti -. Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento lavorativo o sessuale è sempre in agguato quando si parla di minorenni, non possiamo permettere che finiscano in mani sbagliate”. La Garante ricorda inoltre che la maggior parte di questi bambini, anche se soli, non sono abbandonati e quindi non adottabili. “Anche quelli che arrivano dagli orfanotrofi non lo sono- aggiunge - molti di loro potrebbero avere genitori, zii, parenti ancora in patria. Lo ha ribadito in una nota anche l’ambasciata ucraina”.
Nelle prossime settimane, bisognerà vigilare soprattutto sull’ospitalità fai da te. “La buona accoglienza non si fa con l’emotività - continua -. E’ necessario che chi accoglie minorenni lo faccia presente perché c’è il pericolo reale che se ne perda il tracciamento. Inoltre, è importante che si nomini un tutore legale per chi è senza genitori: se poi è arrivato con una zia o un nonno, una volta accertata la parentela, saranno loro i tutori ma la trafila va seguita per tutti. Anche perché questo permetterà di far avere al bambino l’assistenza sanitaria, l’iscrizione a scuola e tutti i servizi di cui necessita”. Alcuni tribunali per i minorenni si stanno già attrezzando per nominare un tutore e offrire supporto. “Alcuni sono arrivati già con un con tutore nominato in Ucraina dai genitori, prima di fargli passare il confine. Nei giorni scorsi è arrivato un pullman con a bordo 150 minori e tre tutori già nominati dalle famiglie, ovviamente ci si sta attrezzando per il riconoscimento. Tecnicamente questi non sono minori non accompagnati - spiega - Alcuni aspetti di questo fenomeno sono nuovi ma le leggi e il sistema di accoglienza che abbiamo sono buoni e adeguati, vanno seguiti”.