Minori stranieri soli verso l’Italia, “aumentato del 60% il numero di chi attraversa il Mediterraneo”
I dati Unicef. Oltre 11.600 minori stranieri non accompagnati hanno attraversato il Mediterraneo centrale senza genitori o tutori legali tra gennaio e metà settembre 2023. Tra giugno e agosto almeno 990 persone, tra cui bambini, sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il mare, il triplo rispetto allo stesso periodo dell'estate 2022. Più di 21.700 minori stranieri si trovano in strutture di accoglienza (erano 17.700 un anno fa)
Oltre 11.600 minori stranieri non accompagnati hanno attraversato il Mediterraneo centrale per raggiungere l'Italia senza i loro genitori o tutori legali tra gennaio e metà settembre 2023. Si tratta di un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando circa 7.200 minorenni non accompagnati o separati hanno compiuto la pericolosa traversata. Lampedusa, una piccola isola nel sud dell'Italia, è spesso il primo porto di approdo per le persone in cerca di asilo, sicurezza e opportunità in Europa. Il numero di arrivi ha raggiunto il picco questo mese, con 4.800 persone arrivate in un solo giorno. A rendere noti questi numeri è l’Unicef, che oggi a Roma ha organizzato una conferenza stampa in cui vengono presentati i dati aggiornati sugli arrivi via mare dei minori stranieri non accompagnati e i risultati di una missione sul campo a Lampedusa che ha coinvolto il portavoce UNICEF Italia, Andrea Iacomini. Nicola Dell’Arciprete, coordinatore della risposta Unicef in Italia, presenta anche una panoramica sulla situazione attuale e sul programma Unicef in Italia.
La missione è stata resa possibile anche grazie al supporto della Guardia Costiera Italiana, che ha ospitato a bordo la delegazione dell’Unicef durante le operazioni di pattugliamento, e del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell’Interno.
Afferma l’Unicef: “I minorenni che intraprendono questi viaggi spaventosi da soli sono spesso imbarcati su gommoni sovraffollati o su scadenti barche da pesca in legno, inadatte alle cattive condizioni atmosferiche. Alcuni vengono alloggiati nella stiva della nave, altri su chiatte di ferro, particolarmente pericolose per la navigazione. La mancanza di capacità di ricerca e soccorso coordinate e adeguate a livello regionale e di cooperazione in mare al momento dello sbarco aggrava i pericoli che i bambini corrono durante la traversata”.
Guerre, conflitti, violenza e povertà sono tra le principali cause che spingono i minorenni a fuggire da soli dai loro Paesi d'origine. I dati dimostrano che i minorenni non accompagnati sono a rischio di sfruttamento e abuso in ogni fase del viaggio, con le ragazze e i bambini dell'Africa subsahariana che hanno maggiori probabilità di subire abusi.
“Tra giugno e agosto di quest'anno – sottolinea l’Unicef -, almeno 990 persone, tra cui bambini, sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale, il triplo rispetto allo stesso periodo dell'estate scorsa, quando persero la vita almeno 334 persone. Molti naufragi non lasciano superstiti e molti non vengono registrati, rendendo il numero reale delle vittime probabilmente molto più alto. I bambini che sopravvivono al viaggio vengono ospitati in centri noti come hotspot, prima di essere trasferiti in altre strutture di accoglienza. Più di 21.700 minorenni non accompagnati in tutta Italia si trovano attualmente in queste strutture, rispetto ai 17.700 di un anno fa.
"Il Mar Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini e il loro futuro. Il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi - ha dichiarato Regina De Dominicis, direttore regionale dell'Unicef per l'Europa e l'Asia centrale e coordinatore speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa -. L'adozione di una risposta a livello europeo per sostenere i bambini e le famiglie in cerca di asilo e sicurezza e un aumento sostenuto degli aiuti internazionali per sostenere i Paesi che devono affrontare crisi multiple sono disperatamente necessari per evitare che altri bambini soffrano".
In accordo con il diritto internazionale e con la Convenzione sui diritti dell'infanzia, l'Unicef chiede ai governi di fornire percorsi più sicuri e legali per la richiesta di asilo; di garantire che i bambini non siano trattenuti in strutture chiuse; di rafforzare i sistemi nazionali di protezione dei minorenni per proteggere meglio i bambini che migrano; di coordinare le operazioni di ricerca e soccorso e di garantire lo sbarco in luoghi sicuri.
“Il dibattito in corso tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'Ue sul Patto europeo sulla migrazione e l'asilo rappresenta un'opportunità immediata per affermare e sostenere i principi chiave della protezione dei bambini e sviluppare politiche che affrontino le molteplici violazioni dei diritti dei bambini nei Paesi di partenza, di transito e di arrivo, sottolinea l’Unicef, che continua a lavorare per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento dei sistemi e del supporto nelle comunità di origine, per prevenire e mitigare i rischi che i bambini corrono durante gli spostamenti e per fornire supporto e servizi inclusivi a tutti i bambini, indipendentemente dallo status giuridico loro o dei loro genitori.
Da ricordare che, a Lampedusa, l'Unicef fornisce servizi di protezione essenziali, tra cui la salute mentale e il sostegno psicosociale, l'accesso alle informazioni e l'orientamento a servizi specializzati. Questo lavoro è sostenuto dalla Direzione generale Migrazione e affari interni (HOME) della Commissione europea nell'ambito del progetto Protect.