Migranti, ancora morti nel Mediterraneo. Unhcr e Oim: “Ripristinare sistema di salvataggio”

Al largo delle coste tunisine due naufragi in pochi giorni. Almeno 190 persone hanno perso la vita in mare nel 2021, con una media di quasi tre morti al giorno. Altre 5.700 persone sono arrivate in Italia dal Nord Africa nello stesso periodo

Migranti, ancora morti nel Mediterraneo. Unhcr e Oim: “Ripristinare sistema di salvataggio”

Sono almeno 39 le persone annegate in un naufragio al largo dell’isola di Kerkennah, sulle coste tunisine. Centotrentaquattro sopravvissuti, la maggior parte dei quali provenienti dalla Costa d’Avorio, sono stati portati a riva dalla guardia costiera tunisina. Le operazioni di soccorso sono in corso da ieri, ostacolate dalle dure condizioni meteorologiche. Un secondo naufragio è avvenuto al largo della città di Jebeniana, nel governatorato di Sfax. L’imbarcazione aveva 70 persone a bordo, tra cui quattro bambini, che sono stati tutti portati in salvo. A darne notizia sono l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e l’Unhcr Agenzia Onu per i Rifugiati.

Questi sono gli ultimi di una serie di naufragi al largo delle coste tunisine. L’Oim e l’Unhcr lavorano con i partner in Tunisia per fornire assistenza di emergenza e cure mediche ai sopravvissuti - spiega la nota -. Nel 2021, le autorità tunisine hanno effettuato 21 operazioni di salvataggio in mare, a volte anche nei confronti di imbarcazioni partite dalla Libia. “L’approccio adottato dalla Tunisia dimostra che non è solo necessario ma anche possibile garantire la sicurezza delle persone salvate in mare, e al contempo garantire salute e sicurezza per le comunità ospitanti”, afferma il rappresentante dell’Unhcr in Tunisia, Hanan Hamdan. “Lodiamo le operazioni di ricerca e salvataggio delle autorità tunisine e continueremo a sostenerle nel fornire assistenza umanitaria urgente alle persone salvate in mare”, aggiunge il Capo missione dell’Oim in Tunisia, Azzouz Samri.

Almeno 190 persone hanno perso la vita mentre attraversavano il Mediterraneo centrale nel 2021, con una media di quasi tre morti al giorno. Altre 5.700 persone sono arrivate in Italia dal Nord Africa nello stesso periodo.

“Il Mediterraneo centrale continua a mietere vittime mentre migliaia di persone si imbarcano in questi viaggi mortali, in fuga dalla povertà estrema, dai conflitti o in cerca di una vita migliore”, continua Samri. “Continuiamo a chiedere un sistema di ricerca e soccorso proattivo in quella che rappresenta la traversata più pericolosa del mondo, e l’istituzione di un meccanismo di sbarco predeterminato e sicuro per le persone salvate in mare”. Le agenzie dell’Onu sottolineano come perseguire i gruppi di trafficanti che approfittano della vulnerabilità delle persone e le spingono verso viaggi pericolosi deve essere una priorità.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)