Mali, con la “slam poetry” recitazione e poesia contro l’infibulazione

Aicha Diarra ha fatto della poesia di strada la sua arma per la parità di genere: 23enne, maliana, attivista, è già molto conosciuta grazie alle denunce lanciate in versi contro le violazioni dei diritti delle donne in Mali, un paese africano con una violenta storia recente

Mali, con la “slam poetry” recitazione e poesia contro l’infibulazione

Aicha Diarra ha fatto della poesia di strada la sua arma per la parità di genere: 23enne, maliana, attivista, è già molto conosciuta grazie alle denunce lanciate in versi contro le violazioni dei diritti delle donne in Mali, un paese africano con una violenta storia recente.

Arte come lotta. La “slam poetry”, che coniuga recitazione, poesia e un uso della parola vicino a quello del rap americano, è piuttosto giovane nel Paese. I primi segni si rintracciano nei primi anni Duemila, ma l’esplosione vera e propria, soprattutto tra la popolazione più giovane, è del 2014, con il Festival of Slam and Humor (Fish). “Ho fatto un corso di slam poetry a scuola, quando andavo al liceo, e da quel momento ho deciso di praticare e dedicarmi a quest'arte che mi ha permesso di salire sui palcoscenici del mio paese”, ha dichiarato Aicha a Voa. Un’arte, racconta la giovane, che “permette di toccare questioni che sono considerate tabù e delle quali, in altro modo, non è consentito parlare”.

Il Mali non conosce pace da ormai troppo tempo. Dopo 8 anni di lotte indipendentiste guidate da jihadisti e tuareg nel nord del paese, gruppi ribelli sono ancora molto attivi, la povertà è diffusa e gli scontri tra comunità non accennano a placarsi. Il tutto in un contesto di presenza capillare di gruppi islamisti, che complicano ancora di più il contesto. E con una giunta militare al potere dallo scorso agosto, quando è arrivata alla guida della nazione con un colpo di stato. A fare da sfondo a questa situazione, già di per sé drammatica, una crisi alimentare legata alla desertificazione provocata dal cambiamento climatico in Africa.

Contro le mutilazioni. Il Paese è tra i pochi al mondo in cui le mutilazioni genitali femminili sono ancora considerata legali, tanto che circa nove donne su dieci sono state vittima di infibulazione (il dato si riferisce al 2018, ultimo aggiornamento disponibile). Ed è anche contro questa grave violazione dei diritti umani che combatte Aicha. “Per me la slam poetry, l'arte attraverso cui mi esprimo, è una maniera per parlare a un pubblico eterogeno di temi che riguardano soprattutto i diritti delle donne e le loro battaglie sociali. In Mali c'è molto conservatorismo e alcune questioni sono considerate tabù, nessuno ne parla e quindi lo status quo non cambia. Io, con la mia poesia, mi batto contro tutto questo, soprattutto contro le mutilazioni genitali nei confronti delle donne e delle bambine che sono una piaga sociale. Lo faccio con il sorriso, raccontando storie e paradossi, ma la realtà, in ogni caso, la racconto per quella che è”.

L’articolo integrale di Daniele Bellocchio, "Mali, poesia di strada contro le mutilazioni genitali femminili", può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)