“Lo schermo dei desideri. Come le serie tv cambiano la nostra vita”. Il nuovo libro di Stefania Garassini
Le serie tv occupano sempre di più il nostro immaginario (e il nostro tempo). Colonizzano i nostri desideri, che confluiscono sui vari schermi ormai presenti in ogni momento della giornata. E ciò che ci propongono non è soltanto intrattenimento. Attraverso le storie che guardiamo passa una visione del mondo, un’idea di bene e di male, in una parola un’“etica”, che inevitabilmente c’influenza. Lo scrive Stefania Garassini, presentando il suo nuovo volume "Lo schermo dei desideri. Come le serie tv cambiano la nostra vita"
Le serie tv occupano sempre di più il nostro immaginario (e il nostro tempo). Colonizzano i nostri desideri, che confluiscono sui vari schermi ormai presenti in ogni momento della giornata. E ciò che ci propongono non è soltanto intrattenimento. Attraverso le storie che guardiamo passa una visione del mondo, un’idea di bene e di male, in una parola un’“etica”, che inevitabilmente c’influenza. Lo scrive Stefania Garassini, presentando il suo nuovo volume “Lo schermo dei desideri. Come le serie tv cambiano la nostra vita” (edizioni Ares, pag. 184 – 15 euro). Selezionando un titolo piuttosto che un altro nel catalogo delle proposte di questo o quel servizio online non stiamo soltanto decidendo come passare la successiva mezz’ora, possibilmente nel modo più divertente e disimpegnato: stiamo anche scegliendo, senza essercelo posto come obiettivo o criterio, una gerarchia di valori oltre a uno specifico sguardo sulla realtà.
In altri termini ci stiamo disponendo ad assorbire una logica morale, destinata ad avere un impatto a lungo andare sul nostro comportamento, su pensieri, giudizi e decisioni, sedimentando nell’immaginario e nella coscienza idee, stili di vita, modelli di comportamento.
Il potere delle storie è ben noto, da sempre: che siano in forma di narrazioni orali, libri, film, videogiochi o serie tv, hanno un influsso su di noi, e oltre a farci divertire e sognare, plasmano in modo inavvertito il modo in cui guardiamo il mondo e le scelte che operiamo nella vita reale. Come scriveva Tolstoj, «nella finzione narrativa i sentimenti e le idee sono altamente contagiosi, e le persone tendono a sopravvalutare il proprio esservi immuni».
Oggi questo potere è saldamente nelle mani di alcune piattaforme online, la più nota e avanzata delle quali è Netflix, azienda nata nel 1997 come servizio di spedizione di dvd a domicilio e oggi colosso mondiale della produzione e distribuzione di contenuti online, in prevalenza serie tv ma anche film e documentari.
Il nostro rapporto con i contenuti audiovisivi sta cambiando in modo celere e profondo. In genere li guardiamo da soli, poi i racconti e i personaggi ci accompagnano in ogni momento della giornata, li ritroviamo nei social media e così restiamo potenzialmente immersi molto più a lungo in questi mondi di finzione. A ciò si aggiunge il fatto che il modo in cui abbiamo accesso a tali storie è radicalmente cambiato rispetto a quanto avveniva con la tv tradizionale.
Siamo sempre più spesso noi a decidere cosa vedere e quando. Ma è vera libertà? Dietro quel gesto apparentemente disimpegnato di selezionare un programma su una piattaforma online c’è un raffinatissimo lavoro di algoritmi che ci propongono un menù di possibilità tagliato su misura per i nostri interessi, aiutandoci a scegliere, ma anche inevitabilmente condizionando quella scelta, che resta complessa vista l’ampiezza crescente dell’offerta. E già in questa vastità di prodotti, stili e racconti c’è un primo – implicito – messaggio: puoi sempre decidere tu quello che vuoi, ciò che preferisci, quel che ti fa star meglio in questo preciso momento, non c’è nulla di dato cui adeguarsi.
Da queste considerazioni iniziali dovrebbe risultare chiaro cosa c’è in gioco in questo rapporto sempre più stretto e prolungato nel tempo con le narrazioni per immagini. Non si tratta ormai più soltanto di intrattenimento. In buona parte delle serie tv – e in particolare in quelle rivolte ai giovani, i cosiddetti teen drama – di felice non c’è proprio nessuno e le prospettive di un’evoluzione positiva sono spesso inesistenti. I temi trattati sono a volte estremamente impegnativi dal punto di vista emotivo: si va dal suicidio adolescenziale (è il caso di Tredici) alla dipendenza da sostanze (Euphoria), al disagio che porta a scelte trasgressive estreme (Baby). Certo non mancano prodotti più leggeri e in generale la qualità media è alta, ma risulta sempre più difficile scegliere, specie se si intende farlo sulla base non soltanto del valore artistico ma anche dell’idea di mondo che quel racconto ci vuole comunicare.
In qualsiasi ambiente educativo, che si tratti della propria famiglia o della scuola, è necessario porsi la questione dello sguardo sulla vita, le persone, le relazioni, il futuro che ci farà compagnia per ore, conoscere i prodotti e soprattutto la logica che vi sta dietro, in modo da essere attrezzati per compiere scelte adeguate alle nostre vere esigenze individuali e familiari.
L’obiettivo di questo libro è fornire le prime basi di questa conoscenza. Il testo segnala inoltre produzioni interessanti organizzate sulla base dei temi trattati: dall’adolescenza ai rapporti familiari, dalla disabilità al ruolo della tecnologia nella nostra vita, oltre a un prontuario con le informazioni essenziali sulla serialità televisiva. Non un’enciclopedia esaustiva quindi su tutte le serie in circolazione ma l’intento di accompagnare in un percorso di scoperta che punta i riflettori su alcuni aspetti, particolarmente rilevanti per aiutare il lettore a comprendere e valutare l’influsso della fiction sulla nostra vita, e su quella dei ragazzi di cui siamo chiamati, a vario titolo, a occuparci.