La solidarietà è (soprattutto) donna: donatrici, volontarie, operatrici

Il lascito solidale è uno strumento sempre più noto e prescelto dagli italiani e, soprattutto, dalle italiane. Indagine del Comitato Testamento Solidale: “A donare un lascito, sono nel 62% dei casi donne”

La solidarietà è (soprattutto) donna: donatrici, volontarie, operatrici

Le donne sono più inclini alla generosità, anche nel momento delle ultime volontà: è quanto rivela l'indagine "Noi doniamo”, realizzata dall'Istituto Italiano della Donazione: il 52% degli individui che donano sono donne, 4 punti percentuali in più dei soggetti di genere maschile, che si attestano sul 48%. Anche se si guarda agli specifici strumenti di donazione, come ad esempio il lascito solidale, ad essere maggiormente propense sono sempre le donne. Lo certifica un'indagine recentemente promossa dal Comitato Testamento Solidale tra le 28 organizzazioni aderenti: per il 69,2% delle organizzazioni non profit, a donare un lascito testamentario sono donne, mentre per il 31% il testamento solidale viene scelto in egual misura da uomini e donne. In generale, i dati della partecipazione femminile al mondo del Terzo settore sono molto alti: oltre il 75% di chi opera nel Terzo Settore è donna ed è in maggioranza femminile l'utenza dedita agli acquisti solidali.

“È innegabile il contributo e la spinta significativa che le donne danno alla missione degli enti non profit, sia perché costituiscono la maggioranza degli 'addetti ai lavori' nella raccolta fondi e nella comunicazione del Terzo Settore, sia perché, ci confermano i dati della nostra ultima survey, un numero sempre maggiore di donne sceglie di intraprendere la strada della generosità post mortem”, dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d'Oro.

La storia antica e recente è costellata di donne che, attraverso gesti di generosità, hanno cambiato in meglio e concretamente la vita di altre persone. Ci sono casi celebri del passato, come quello di Lina Cavalieri, cantante lirica del primo Novecento, che nominò nel suo testamento il figlio Alessandro come erede universale, "col solo incarico di versare alla Reale Accademia di Santa Cecilia in Roma Lire centomila per la istituzione di una borsa di studio di canto per una giovinetta bisognosa della provincia di Roma”. Più nota ancora è la scelta di Melinda Gates, che, insieme al suo ex marito Bill Gates, ha destinato gran parte del proprio patrimonio alle cause benefiche attraverso la loro Bill & Melinda Gates Foundation. È poi recentemente balzata agli onori della cronaca la vicenda che vede coinvolta la trentunenne austriaca Marlene Engelhorn, discendente di Friedrich Engelhorn, fondatore della BASF, una delle più grandi aziende chimiche al mondo e diventata multimilionaria con l'eredità ricevuta alla morte della nonna. Marlene, da sempre impegnata su temi di equità sociale, ha scelto di istituire un comitato democratico per decidere come redistribuire parte della fortuna ereditata, perché andasse a beneficio della comunità.

Tuttavia, la scelta di lasciare tutti o parte dei propri beni in favore di cause benefiche non è appannaggio soltanto di personalità celebri o particolarmente abbienti, ma è sempre più diffusa anche tra i comuni cittadini, non necessariamente detentori di grandi patrimoni: "Ovviamente casi straordinari come quelli di Marlene Engelhorn o Melinda Gates diventano oggetto di interesse da parte dei mezzi di comunicazione, e sono da esempio per tutti. Ma non dobbiamo dimenticarci che chiunque ha la possibilità di fare un lascito in favore di uno o più enti non profit. Quello che con il Comitato Testamento Solidale raccontiamo e spieghiamo ormai da dieci anni è proprio questo: un lascito solidale è un gesto alla portata di tutti e non occorrono patrimoni importanti o una posizione sociale di privilegio per decidere di lasciare una piccola eredità in favore di una causa benefica” conclude Bartoli.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)