Intervista a don Fabrizio Casazza. Ottanta vescovi tracciano la rotta per la Chiesa oggi
Il presbitero di Alessandria ha sottoposto un sondaggio-intervista ai pastori, tra cui don Claudio Cipolla, per riflettere su progettazione pastorale, gestione economica, relazioni umane e attenzioni comunicative
L e parrocchie devono convertirsi, afferma con forza l’ultima Istruzione della Congregazione per il clero. Un recente studio ci può accompagnare in questa sfida. Si tratta del libro di don Fabrizio Casazza – presbitero della Diocesi di Alessandria, parroco, direttore dell’Issr, cancelliere della curia e giornalista (a sinistra in foto) – dal titolo Le sfide del governo pastorale. In ascolto dei Vescovi italiani, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana con la prefazione del card. Pietro Parolin, Segretario di stato. Il testo, di piacevole lettura, supportato da esempi concreti, prende avvio da un questionario inviato a più di ottanta vescovi italiani e poi riflette sul loro ministero apostolico.
Perché questa particolare scelta di usare uno strumento così moderno, che lei spiega non essere il solito sondaggio che propone tabelle, grafici e altro?
«Effettivamente per coinvolgere i vescovi italiani ho utilizzato un metodo innovativo, che incrocia il sondaggio con l’intervista. Non volevo arrivare a un’arida descrizione della realtà ma far parlare in libertà coloro che guidano le Chiese particolari. Approfitto per ringraziare i vescovi, tra cui mons. Claudio Cipolla, che hanno osato mettersi in gioco riflettendo sul loro ministero e ponendo a mia disposizione le loro sincere risposte, su cui poi ho elaborato un articolato ragionamento. Così ne è nato un lavoro che è veramente una novità nel panorama editoriale italiano».
Per quale motivo un “non-vescovo” – cioè la totalità dei credenti – dovrebbe leggere questo libro?
«Il volume ruota attorno a quattro aree che toccano tutti i protagonisti dell’agire pastorale, anche se come modello per la riflessione viene considerato il vescovo poiché è lui, per grazia sacramentale e nomina pontificia, a guidare la Chiesa locale. Progettazione dei bisogni pastorali delle comunità, gestione delle risorse economiche, cura delle relazioni umane e attenzione al comunicare sono settori che nessun operatore pastorale può ignorare. Il libro può comunicare informazioni, suscitare meditazioni e indurre approfondimenti per il rinnovamento della pastorale a tutti i livelli».
Relazioni umane: il vescovo, come il parroco, nel suo ministero si avvale di quelli che comunemente vengono definiti organi consultivi. Come distinguere i collaboratori dagli esecutori?
«Papa Francesco raccomanda ai vescovi di non circondarsi di “cordate o cori di consenso”: è una tentazione comune, nell’epoca in cui sui social si frequentano prevalentemente, se non esclusivamente, gruppi e persone che la pensano come noi. Per compiere la propria missione non può mancare nel pastore il desiderio di ascoltare tutti: ovviamente l’ascolto va condotto con sagacia e prudenza per discernere la plausibilità dei suggerimenti e la solidità delle informazioni. Saggia appare la raccomandazione di san Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia: “Non a tutti si deve credere tutto”».
Un capitolo del suo lavoro, particolarmente interessante e spinoso, riguarda la gestione economica, che in questi ultimi anni sta assorbendo molte energie e attenzioni non solo dei vescovi, ma anche dei parroci. Quali sono le sfide più urgenti che si devono affrontare e come?
«Mi hanno colpito le parole del card. Angelo Scola: “La Chiesa dal punto di vista della gestione finanziaria resta una specie di grande oratorio dove ci si dà una mano, spesso gratuitamente, ma non ci sono ancora sufficienti competenze. E più l’oratorio è grande più s’intrufolano millantati esperti e avventurieri che navigano nelle acque della nostra ingenuità”. Per scongiurare tale pericolo diverse Diocesi si stanno mobilitando per fornire una formazione qualificata ai parroci e a coloro che sono scelti per essere membri dei Consigli per gli affari economici».
Perché la questione della trasparenza è così importante nella gestione economica?
«Trasparenza significa che azioni, decisioni, processi e procedure sono comprensibili e tracciabili. Per questo essa si collega a un’amministrazione efficiente, che aiuta a evitare abusi e arbitrarietà. Trasparenza e buona amministrazione possono essere considerate valori evangelici. Mi lasci dire che sulla trasparenza la Diocesi di Padova è all’avanguardia nazionale».
Due tentazioni da evitare. Vescovi troppo richiesti e parroci inaccessibili
Ci sono due tentazioni nella vita della Chiesa oggi, in Italia, su cui il volume Le sfide del governo pastorale. In ascolto dei Vescovi italiani di don Fabrizio Casazza si sofferma con attenzione. Due tentazioni, come si evince dallo scritto, da cui devono guardarsi bene sia i vescovi che i presbiteri: la parrocchializzazione del ministero episcopale e dell’episcopalizzazione del ministero parrocchiale.
Sul profondo significato di queste due espressioni e sui rischi connessi alla loro realizzazione si sofferma lo stesso presbitero piemontese. «Ultimamente capita che la presenza di un vescovo sia richiesta capillarmente dappertutto, a ogni genere di evento, cosicché può essere non facile riuscire a esporgli con calma situazioni e problematiche, dandogli il tempo di studiare i dossier per arrivare a decisioni ponderate, mentre può succedere che per incontrare il proprio parroco bisogna passare, specie nelle grandi città, attraverso filtri, segreterie e appuntamenti».
Sullo sfondo, la necessità di recuperare i giusti equilibri per la vita quotidianità delle comunità.
Parrocchie sempre più missionarie
Lo scorso 29 giugno, la Congregazione per il clero ha reso nota l’Istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa.
Laici e chierici, corresponsabilità nei ministeri
Nello stesso documento, la Congregazione sottolinea la necessità di una maggiore corresponsabilità tra tutti i battezzati, a servizio della comunità e della missione della Chiesa secondo la propria vocazione.