Giornata del dialogo cristiano-ebraico. Lo Yobel e il Levitico: la “scossa” del Giubileo
Giornata del dialogo cristiano-ebraico Il rituale dello jobel e il libro del Levitico aiutano i cristiani a comprendere l’ebreo Gesù e a vivere meglio l’anno santo
Jobel. All’origine del Giubileo non c’è un pellegrinaggio. C’è un corno di ariete. Lo jobel per l’appunto, chiamato anche shofar. Il suo suono accompagna un particolare periodo dell’anno ebraico. Nei quaranta giorni che vanno dal primo del mese di Elul, fino a Yom Kippur, lo jobel viene suonato dopo le preghiere del mattino per scuotere l’indifferenza morale e il torpore spirituale e invitare la comunità a fare teshuvà, a pentirsi. Richiamare questo rituale ebraico all’interno della Chiesa serve a ricordare ai cristiani la radice ebraica da cui il cristianesimo ha preso storicamente avvio e a ravvivare nel presente i rapporti col mondo ebraico per meglio comprendere quanto l’ebreo Gesù ha insegnato e ha voluto esprimere con la sua vita, in continuità con le Sacre Scritture d’Israele. Per questa duplice ragione la Giornata del dialogo cristiano-ebraico 2025 invita i cristiani a mettersi in ascolto dei fratelli ebrei per meglio comprendere e vivere il Giubileo cristiano aperto da poche settimane da papa Francesco nella basilica di San Pietro a Roma. Anzi, proprio la Bibbia ebraica, quella che i cristiani chiamano Antico Testamento, aiuta a comprendere le ragioni che hanno portato papa Francesco a formulare alcune richieste specifiche per l’anno giubilare. Quando il papa parla di “condono del debito verso i Paesi poveri del mondo”, quando auspica “atti di clemenza per i detenuti” e quando richiama l’intangibile “dignità della persona umana contro la guerra”, lo “sfruttamento e la barbarizzazione dei rapporti”, non fa altro che riproporre nell’oggi quel rinnovamento sociale comandato da Dio attraverso l’anno giubilare. Va sottolineato che, così come si trova formulato nella Bibbia, non si tratta di un auspicio. Si tratta di un comando di Dio. Il Giubileo biblico trova nel libro del Levitico il suo codice normativo. Nel capitolo 25 si ascolta: «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare il suono del corno; nel giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia». Alle norme dedicate al possesso della terra, se ne aggiungono altre legate ai rapporti tra le persone. Attraverso il Giubileo, il popolo di Dio rivive periodicamente, secondo un ciclo di cinquant’anni, l’entrata nella Terra promessa. I debiti sono condonati. I rapporti tra le persone riportati alla loro originalità di reciproca fratellanza. Non c’è spazio per l’accumulo di risorse nelle mani di poche o pochissime persone. La schiavitù e il duro asservimento non costituiscono parte della natura dell’uomo. La terra, le risorse e gli uomini sono di Dio e a lui devono richiamarsi costantemente perché la terra e la libertà sono il suo dono, la sua benedizione. Questo per la Bibbia è il messaggio del Giubileo. Non si sa se le norme del Levitico siano mai state messe in pratica nella storia dell’antico Israele. Certo è che il mondo ebraico ne ha conservato fedelmente la testimonianza affinché costituissero un richiamo per gli uomini e le donne di ogni tempo. Sono il perenne suono dello jobel che chiama l’umanità a fare teshuvà per rinnovare i suoi rapporti, sottraendoli alle logiche del possesso materiale, dello sfruttamento immotivato e dell’asservimento lavorativo. Nel comando di Dio e nella teshuvà dell’uomo si apre la porta della speranza per tutti.
16 gennaio, incontro con il rabbino Locci
In occasione della 36a Giornata del dialogo cristiano-ebraico – che si celebra il 17 gennaio e ha per titolo/ slogan “Pellegrini di speranza” – il Consiglio delle Chiese cristiane promuove insieme alla Comunità ebraica di Padova un incontro, giovedì 16 gennaio alle 18 al Centro universitario di via Zabarella 82, con il rabbino Adolfo Aharon Locci dal titolo “È un Giubileo: esso sarà santo per voi (Lv 25, 12). A questo link si può leggere il messaggio: chiesacattolica.it/ il-messaggio-per-la36a-giornatadel-dialogo-tra-cattolicied-ebrei/
don Enrico Luigi Piccolo
Responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dell’Ecumenismo e del Dialogo Interreligioso