Gallio, un presepe per il papa. Il 10 dicembre i giovani della parrocchia consegneranno a papa Francesco il presepe per l'aula Paolo VI
Il 10 dicembre i giovani di Gallio, accompagnati da un nutrito gruppo di parrocchiani, consegneranno a papa Francesco il presepe realizzato per l’aula Paolo VI, in Vaticano
Ad allestire il presepe nell’aula Paolo VI in Vaticano quest’anno sono i giovani di Gallio. A consegnarlo, il 10 dicembre, ci saranno non solo i diciassette presepisti fra 19 e 21 anni, ma anche più di 160 persone della parrocchia. «Una partecipazione così numerosa – sottolinea don Federico Zago, parroco moderatore dell’unità pastorale di Gallio, Foza, Sasso e Stoccareddo – è una dimostrazione di affetto verso il papa, ma anche nei confronti di questi ragazzi che si stanno impegnando per realizzare un lavoro così importante, che può essere considerato un punto di arrivo delle esperienze e della crescita come gruppo giovani».
Lavorano da un paio di settimane e hanno scelto di realizzare il presepe a grandezza naturale, in una cornice scenica che richiama le origini della loro terra e delle loro famiglie, tutte per lo più contadine. Tantissimi i sostegni al progetto ricevuti da aziende e realtà del territorio, ma anche dai parrocchiani.
«Siamo a buon punto – racconta Benedetta Mosele, 20 anni – stiamo ultimando le statue e i vari abbellimenti. Ci sono attrezzi legati alle nostre tradizioni, come quelli utilizzati per fare il burro e il formaggio, ma anche qualcosa che ci rappresenta come gruppo. In un angolo del presepe ci saranno due stampelle e un piatto con del cibo: le prime richiamano l’esperienza vissuta all’Opera della Provvidenza di Sarmeola nel 2019, il secondo invece la settimana di servizio alla mensa della Caritas di Roma nel 2018. Vogliamo ricordare le esperienze che ci hanno portato fino a qui. Per noi hanno un significato profondo di crescita personale e di gruppo. Pensavamo di metterci al servizio degli altri, in realtà siamo stati noi oggetto dell’amore di queste persone che vivono situazioni di fragilità».
A rendere speciale il presepio e a dargli una ulteriore lettura simbolica è il legno utilizzato per la capanna che è quello raccolto dopo la tempesta Vaia che a fine ottobre 2018 ha devastato parte dei boschi dell’Altopiano di Asiago. «Dalla catastrofe naturale che ha portato alla morte di molte piante del nostro bosco – spiega Matteo Munari, 37 anni, animatore del gruppo – alla capanna della nascita di Gesù: un passaggio simbolico che ci sembra vada valorizzato, anche perché a renderlo concreto sono questi giovani che amano mettersi in gioco, che accolgono le sfide, come questa del presepe, con l’entusiasmo e la spregiudicatezza tipiche dell’età, ma anche con una giusta dose di maturità. Sono giovani molto attaccati alla comunità, pronti a dare una mano, come l’anno scorso quando hanno spalato la neve davanti le case e per le strade. Sono belle fondamenta per costruire la comunità del futuro, parrocchiale ma anche civile. Possono diventare delle buone guide per far crescere altri ragazzi».
A Roma
La consegna e inaugurazione del presepe si terranno venerdì 10 dicembre: dopo la messa alle 9.30 presso l’altare della Cattedra nella basilica di San Pietro – presieduta dal vescovo Claudio Cipolla – i giovani di Gallio, accompagnati dal parroco e da un bel gruppo di parrocchiani, parteciperanno all’udienza privata con papa Francesco in aula Paolo VI. Per l’occasione la parrocchia ha organizzato un pellegrinaggio: di due giorni, 9 e 10 dicembre, oppure con rientro il 13.