Funerali Elisabetta II: Welby, “il suo servizio a cosi tante persone era radicato nel fatto che seguiva Cristo”
“Mentre i potenti, di solito, vengono esaltati in vita e dimenticati una volta morti per chi serve Dio la morte è la porta verso la gloria. Sua Maestà ha promesso, a ventun’anni, di dedicare la propria vita a servire la nazione e il Commonwealth.
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Raramente una promessa è stata mantenuta cosi bene”. Con queste parole il primate anglicano Justin Welby ha cominciato il sermone al funerale della Regina Elisabetta. L’arcivescovo di Canterbury ha parlato della fede della sovrana e di come essa abbia sempre promosso e sostenuto una vita di servizio. Un esempio raro di leadership cristiana perché, di solito, i potenti sono interessati alla fama e al successo. Il primate anglicano anche detto che il re Carlo condivide lo stesso amore per Dio e amore per i sudditi della madre. “Abbiamo ascoltato nelle letture di oggi che Gesù ci dice di essere la via, la verità e la vita. L’esempio che ci ha dato la Regina non proveniva dalla sua posizione o dalla sua ambizione, ma da chi aveva deciso di seguire”, ha detto ancora l’arcivescovo di Canterbury: “So che sua Maestà il re condivide la stessa fede e speranza in Gesù Cristo di sua mamma, lo stesso sentimento di servizio e dovere. Nel 1953 la Regina ha cominciato la sua incoronazione pregando in silenzio proprio lì sull’altare maggiore. Ha giurato fedeltà a Dio prima che chiunque altro giurasse fedeltà a lei. Il suo servizio a cosi tante persone, in questa nazione e nei Paesi del Commonwealth, era radicato nel fatto che seguiva Cristo”.