Fish: welfare pilastro della società, ma serve inclusione non solo protezione

Questa mattina a Roma la presentazione dei risultati del progetto Welfare 4.0. Falabella (Fish): "L'obiettivo è fornire alle persone con disabilità gli strumenti per una vita come quella di tutti gli altri"

Fish: welfare pilastro della società, ma serve inclusione non solo protezione

"Come facciamo ogni giorno, anche attraverso Welfare 4.0, Fish si è impegnata a promuovere e difendere i diritti delle persone con disabilità in Italia. Riteniamo che il welfare debba essere un pilastro fondamentale della nostra società, garantendo un accesso equo e inclusivo a servizi di qualità per tutti i cittadini. Le persone con disabilità hanno il diritto di vivere una vita dignitosa, partecipare attivamente alla società e avere accesso ai servizi, garantendo l'inclusione sociale e l'uguaglianza di opportunità". Lo ha detto Vincenzo Falabella, presidente Fish, aprendo la conferenza di presentazione dei risultati del progetto Welfare 4.0 questa mattina, a Roma, presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il progetto ha visto Fish capofila, in partenariato con Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità). Finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il progetto ha l'obiettivo "di far in modo che le persone con disabilità possano avere dal sistema socio-sanitario tutti gli strumenti che rendano la loro vita come quella di tutte le altre persone", ha sottolineato ancora Falabella.

Un welfare che sia non solo di protezione ma comunitario di inclusione e di riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità, questo il filo conduttore che ha guidato l'intera rete associativa Fish nell'elaborazione del progetto. "Welfare 4.0- ha detto ancora Falabella- vuole essere al contempo anche un indirizzo alla politica, al mondo dell'associazionismo e del terzo settore". Per questo il progetto ha l'obiettivo di indicare azioni e strumenti innovativi per un nuovo welfare andando a indagare vari aspetti: dal linguaggio della comunicazione, alle criticità che gravitano intorno ai progetti di vita indipendente, soprattutto in alcune regioni italiane.

"Tutti i progetti inclusivi che ha portato avanti la Fish sono progetti che gettano le basi per parlare non solo di inclusione e rispetto dei diritti ma di riconoscimento della persona in quanto tale", ha detto la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, intervenendo da remoto alla conferenza. "Quando parliamo di welfare e di integrazione dei servizi di cura e prestazioni - ha continuato - lo intendiamo rispetto al fatto che la persona non deve essere identificata con la sua malattia o con la sua disabilità ma bisogna bene tenere presente che la persona è una persona, non ha solo bisogno di cure mediche ma anche di amicizie, relazioni. In sostanza di poter godere della propria vita. Per tenere insieme tutto questo dobbiamo perseguire il progetto di vita. È necessario che si abbia uno sguardo diverso: vedere nelle persone con disabilità non solo qualcuno da aiutare ma qualcuno con delle potenzialità", ha concluso Locatelli.

Ma perché guardare a un nuovo welfare? "C'è necessità di un cambiamento perché la nostra società diventa sempre più complessa, invecchia, ci sono processi demografici non positivi e quindi cambiano anche le esigenze dei cittadini - ha sottolineato il vicepresidente Fish Roberto Speziale –. Abbiamo potuto vedere come il welfare basato sulla protezione in realtà non abbia protetto, dimostrando tutte le sue incongruenze. Per questo - ha continuato Speziale - vi è necessità di mettere mano a una nuova infrastrutturazione sociale che consenta a tutti i cittadini di avere un sistema basato sui diritti e non sull'assistenza e la protezione. Oggi il sistema non risponde ai requisiti di universalità. Un sistema di welfare degno di questo nome, invece, deve consentire ai suoi cittadini di avere una condizione di benessere. Ciò a cui dobbiamo dare oggi attenzione è proprio il concetto di benessere collettivo basato sulla piena esigibilità dei diritti".

Un cambiamento che per il vicepresidente Fish potrebbe partire "dal cambiare il nome del ministero del Lavoro indicandolo non più come delle Politiche sociali ma per i Diritti sociali". Una voce, quella del sociale che per Speziale dovrebbe disporre di "un fondo nazionale unico che abbia pari disponibilità rispetto a quello per la salute. Il welfare si fa con risorse certe, capienti e con un modello centrato sulla persona", ha evidenziato. Importante, secondo Speziale, che i progetti sperimentali per la vita indipendente che esistono a livello nazionale "non siano più sperimentali e che siano allocati fondi che consentano a tutte le persone con disabilità di poter essere libere perché l'indipendenza è libertà".

Il presidente Ledha, Alessandro Manfredi, ha poi evidenziato come occorra "superare l'attuale impostazione del sistema di welfare e ragionare in termini di vita indipendente. Questo significa chiedere che sostegni, servizi, prestazioni del welfare - ha detto - siano destinati a sostenere la persona nella sua libertà e autodeterminazione".

"Siamo lieti di essere stati coinvolti in questo progetto perché ci ha permesso di lavorare su uno dei nostri capisaldi, vita indipendente e percorsi di autonomia delle persone con disabilità, e condividere il nostro know how su questo tema - ha sottolineato il presidente Uildm, Marco Rasconi -. C'è ancora tanto lavoro da fare, a livello di attuazione e sensibilizzazione, ma crediamo che il lavoro di rete tra associazioni possa portare a un cambiamento all'interno delle nostre comunità".

"Fish continuerà a lavorare con tutte le parti interessate, inclusi governo e Parlamento, per promuovere una società più inclusiva, equa e consapevole dei diritti umani. Solo attraverso un impegno condiviso e una cooperazione attiva possiamo garantire un futuro migliore per tutti, indipendentemente dalla loro abilità", ha concluso il presidente di Fish.

All'iniziativa sono intervenuti anche i membri del comitato scientifico Ciro Tarantino e Giampiero Griffo; il direttore dei Ledha, Giovanni Merlo; il segretario della Uildm, Michele Adamo, Andrea Tonucci di Fish Umbria e Annunziata Coppedè di Fish Calabria. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)