Energia e accise. La transizione economica ridisegna anche la tassazione

Ogni Paese europeo tassa i carburanti con notevole decisione e ricava da queste imposte le risorse per pagare sanità e scuole. Finché però ci sono carburanti da tassare…

Energia e accise. La transizione economica ridisegna anche la tassazione

Rassegniamoci, da qualche parte il Governo deve trovare risorse per il proprio bilancio: leggi tagli di spesa e aumento delle imposte (ché dire tasse fa brutto). La più facile delle manovre fiscali – perché con gettito immediato, non aggirabile e “universale” – è l’aumento delle accise che gravano sui carburanti per autotrazione.

Nel mirino questa volta finisce il gasolio, che ha una tassazione lievemente agevolata rispetto alla benzina. Si farà “giustizia”, in modo che tutti piangano allo stesso modo. In realtà si parla di centesimi al litro, che si confondono con i continui su e giù che i prezzi dei carburanti subiscono di giorno in giorno. Le proteste degli autotrasportatori saranno fatte rientrare permettendo loro di “scaricare” fiscalmente questo aumento, in modo tale che poi non sia scaricato sul costo delle merci trasportate.

Ma all’orizzonte si profila una magagna gigantesca non solo per le finanze dello Stato italiano: ogni Paese europeo tassa i carburanti con notevole decisione e ricava da queste imposte le risorse per pagare sanità e scuole. Finché però ci sono carburanti da tassare…

Già: se la transizione ecologica ci imporrà entro pochi anni di girare con vetture a propulsione elettrica, chiuderanno le stazioni di servizio e pure le accise su gasolio e benzina, che caleranno di anno in anno. Ma se la mano sinistra dello Stato non potrà più prelevare dai distributori, la mano destra come compenserà questa enorme perdita? Perché lo Stato, nel 2023, ha incassato qualcosa come 38 miliardi di tasse pagate dagli automobilisti.

Il problema è che non si può contemporaneamente rincarare l’elettricità venduta, perché questa viene usata ovunque e da chiunque, non solo da guidatori e auto. All’inizio qualche piccolissimo ritocco, ma già oggi il kilowatt italiano è tra i più costosi in Europa: ogni incremento danneggia l’intera economia.

Neanche picchiare duro sulle colonnine di ricarica compenserà in toto la perdita: anzitutto perché chi dispone di autoproduzione elettrica, avrà la possibilità di caricare gratis a casa propria (o in azienda). Stimolo potente a dotarsi di pannelli fotovoltaici e quant’altro: ma gli incassi dello Stato?

È una preoccupazione puramente teorica. Si rimedierà sicuramente. Perché l’unica energia inesauribile è la fantasia dei nostri governanti nel trovare alternative tassabili.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir