Disuguaglianze e istruzione. Una nota a partire da un report sulle disuguaglianze pubblicato dalla Fondazione Cariplo
Sono tantissimi gli studi che evidenziano le relazioni tra livello di istruzione e disuguaglianza sociale.
Sono tantissimi gli studi che evidenziano le relazioni tra livello di istruzione e disuguaglianza sociale. L’influenza reciproca è certificata in entrambe le direzioni: un più alto livello di istruzione si trova più facilmente tra le persone che si collocano in una posizione sociale più agiata e con professionalità maggiore e, dall’altra parte, per le persone che si trovano in una condizione sociale meno abbiente è più facile intercettare studenti che non riescono a conseguire buoni risultati a scuola o all’Università.
Così una delle accuse che viene sollevata al sistema di istruzione è di non essere in grado di garantire una mobilità ascendente, e prima ancora di non offrire a tutti le stesse opportunità. Questo è quanto emerge anche dal rapporto della Fondazione Cariplo intitolato “Disuguaglianze”. Nel rapporto si compone un quadro a partire da diversi aspetti: i risultati dell’apprendimento, le scelte dei percorsi di studio, il conseguimento dei titoli e il benessere degli studenti.
Per misurare la qualità del sistema di istruzione (non dei singoli studenti questo sarebbe sempre utile ricordarlo ai quanti hanno le responsabilità di decisione politica) sono utili i dati rilevati dall’Invalsi. L’indagine evidenzia che il sistema è meno diseguale rispetto ad altri, in questo campo il nostro paese si colloca al 13° su 39. Tuttavia ci sono forti differenze tra le diverse tipologie di scuole: i risultati di quanti scelgono i licei sarebbero più simili, rispetto a quelli ottenuti da studenti provenienti da altri istituti. Un altro problema si incontra in specifici territori dove si situano scuole “svantaggiate” nelle quali si concentrerebbero studenti svantaggiati, risulterebbe così una specie di effetto segregazione.
Un’altra caratteristica tra gli studenti più svantaggiati è legata al loro benessere nella scuola. In questo caso i ricercatori considerano i dati Pisa 2015 dai quali rilevano che gli studenti più svantaggiati provano uno scarso senso di appartenenza alla scuola, sono meno accettati e si sentono meno legati ai loro compagni, hanno meno fiducia in se stessi, sono meno motivati e hanno un livello più basso di aspettative di carriera anche quando ottengono risultati simili ai compagni più agiati.
Così possiamo trarre due indicazioni, da una parte i risultati scolastici sono molto condizionati dalla provenienza sociale della famiglia di origine e dalle scelte che i genitori suggeriscono esplicitamente o implicitamente ai loro figli, dall’altra parte il sistema scolastico non riesce a ridurre la distanza tra studenti più o meno avvantaggiati. Bisognerebbe però comprendere se la responsabilità è esclusivamente della scuola. Forse occorrerebbe agire sulle famiglie più svantaggiate per ridurre le distanze e non solo sul sistema scolastico.