Disabilità, "nessun paese dell'Unione europea garantisce elezioni pienamente accessibili"
La denuncia di Krzystof Pater, membro del Comitato economico e sociale europeo: esistono discriminazioni nell’accesso al voto delle persone con disabilità, diverso da paese a paese. Alle elezioni del Parlamento europeo del 2019, milioni di disabili non hanno potuto votare per ragioni tecniche o organizzative: “Com'è possibile che nel XXI secolo così tanti cittadini siano impossibilitati a votare solo perché hanno una disabilità?”
“Con gli occhi di oggi, sembra incredibile che nell'attuale territorio dell'Unione europea l'ultima limitazione del voto alle donne sia stata revocata solo nel 1976. Tuttavia, ben pochi sembrano battere ciglio di fronte al fatto che questo stesso diritto viene oggi negato a milioni di cittadini europei semplicemente perché hanno una qualche forma di disabilità”. Inizia così il rapporto di Krzystof Pater, membro polacco del Comitato economico e sociale europeo (Cese) sul diritto di voto delle persone disabili. Ieri la Commissione europea ha presentato la nuova Strategia sui diritti delle persone con disabilità per il periodo 2021-2030, con l’obiettivo di contribuire a migliorare la situazione di milioni di europei con disabilità che continuano a subire discriminazioni su molti fronti. Uno degli ambiti ancora molto problematici è proprio quello dell’accesso al voto, di fatto negato a molti disabili in tutta Europa.
“In otto Stati membri i cittadini non possono votare per il loro candidato alle elezioni europee o ad altre elezioni se non sono in buona salute e fisicamente in grado di recarsi al seggio – scrive Pater –. In 18 Stati una persona non vedente non può votare senza assistenza. Se una persona ha una disabilità che le impedisce di usare le mani, non può votare nei nove paesi in cui il candidato viene scelto scrivendo il suo nome, quello del suo partito oppure il numero di identificazione sulla scheda elettorale”.
Tra il 2016 e la fine del 2018, Pater ha condotto un’indagine in 27 Stati membri, registrando tutti i limiti e gli ostacoli che gli elettori con disabilità dovevano affrontare: ha contattato le commissioni elettorali statali e le associazioni a difesa delle persone con disabilità, e al termine della ricerca ha pubblicato il report "La realtà del diritto di voto delle persone con disabilità alle elezioni del Parlamento europeo". La conclusione? Nessuno dei paesi dell'Unione europea può garantire che le elezioni siano accessibili a tutti. Alle elezioni del Parlamento europeo del 2019, infatti, le persone con disabilità che non hanno potuto votare per ragioni tecniche o organizzative sono state milioni.
“La situazione non migliorerà da sola e, in assenza di modifiche giuridiche per rimuovere queste barriere, il numero di cittadini potenzialmente privati del diritto di voto continuerà ad aumentare – continua Pater –. A causa del rapido invecchiamento della popolazione, infatti, la quota di persone con qualche tipo di disabilità aumenta di un punto percentuale in media ogni sei anni in Europa”.
Il 2 dicembre 2020, alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità, il Cese ha adottato un parere nel quale invita a emendare l'Atto elettorale del 1976, chiedendo di inserire una dichiarazione per cui nessun cittadino europeo può essere privato del diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo a causa di una disabilità o di uno stato di salute. La proposta è quella di estendere a tutto il territorio dell’Unione le buone pratiche già esistenti, provenienti da diversi Stati membri.
“Non è possibile che le disposizioni di voto per le persone con disabilità differiscano da un paese all'altro – conclude Pater –. Ad oggi, in uno dei paesi membri una persona costretta a letto ha il diritto di votare per posta, con un'urna elettorale mobile o via Internet, ma la stessa persona, se vivesse in un altro paese, non avrebbe nessuna possibilità di esercitare questo diritto. Bisogna agire con urgenza per garantire che nel 2024, quando si terranno le prossime elezioni del Parlamento europeo, tutte le persone con disabilità possano effettivamente esercitare il loro diritto di voto. Com'è possibile che nel XXI secolo così tanti cittadini siano impossibilitati a votare solo perché hanno una disabilità, e i politici facciano così poco per cambiare questa situazione?”
Alice Facchini