Centri di detenzione in Albania, una "macchia per il governo italiano"

La denuncia di Amnesty International, in vista dell'apertura di due strutture ad agosto. Geddie: “Piano è incredibilmente dannoso, ma anche illegale”

Centri di detenzione in Albania, una "macchia per il governo italiano"

 “È vergognoso che, nonostante tutte le critiche e le preoccupazioni sollevate dalle organizzazioni per i diritti umani, il governo italiano abbia deciso di andare avanti con questo accordo. Non solo il piano è incredibilmente dannoso, ma è anche illegale”: così Eve Geddie, direttrice dell'Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International, condanna la prossima apertura, ad agosto, di due centri di detenzione in Albania, che saranno utilizzati per trattenere le persone intercettate o soccorse in mare dalle navi italiane.

“Coloro che si trovano in difficoltà in mare dovranno sopportare viaggi lunghi e inutili, in palese violazione dell'obbligo dell'Italia di garantire il rapido sbarco in un 'luogo sicuro' delle persone soccorse – continua Geddie - Una volta a terra in Albania, saranno vittime di detenzione automatica, arbitraria e potenzialmente prolungata. Sebbene, secondo i termini di questo accordo, le persone rimarrebbero sotto la giurisdizione italiana, è probabile che il loro diritto di chiedere asilo e di vedere valutate le loro richieste di protezione in modo equo sarà gravemente compromesso”.

Questi centri, per Geddie, “simboleggiano l'ultimo tentativo di uno stato dell'Unione europea di eludere i propri obblighi ai sensi delle norme europee e del diritto internazionale, 'esternalizzando' o spostando al di fuori del proprio territorio la valutazione delle richieste di protezione. La nuova leadership dell'Unione europea deve respingere fermamente i tentativi di esternalizzazione delle richieste di asilo. Questi piani, quando sono stati attuati, hanno avuto un impatto disastroso sia sulle vite umane sia sui costi dei sistemi di asilo. Questo crudele esperimento – aggiunge - è una macchia per il governo italiano. In pratica andrà a colpire solo le persone razializzate e in movimento e distoglierà attenzione e fondi da politiche che potrebbero realmente rafforzare i sistemi di asilo, aiutare le persone che hanno bisogno di sicurezza e portare benefici alle comunità che le accolgono".

L'accordo con l'Albania

Il 6 novembre 2023 il governo italiano ha firmato un accordo con l’Albania per la costruzione di due centri di detenzione in territorio albanese, da utilizzare per trattenere le persone intercettate o soccorse in mare dalle navi di stato italiane. L’accordo mira a legalizzare il trattamento extraterritoriale e la detenzione dei richiedenti asilo e delle persone da rimpatriare forzatamente, con l’obiettivo dichiarato di scoraggiare le traversate in mare.

Amnesty International aveva precedentemente pubblicato un’analisi dettagliata sull’impatto dell’accordo sui diritti umani, sia in inglese che in italiano, mettendo in evidenza gli aspetti critici e gli effetti che avrebbe avuto sui diritti dei migranti e dei rifugiati.

Nel luglio 2024, Amnesty International ha documentato gravi violazioni dei diritti nei centri di detenzione amministrativa in Italia. È altamente improbabile che le stesse autorità possano garantire il rispetto delle garanzie procedurali e l'accesso ai diritti in Albania, mentre si configura il rischio concreto che le criticità evidenziate nel sistema italiano di detenzione amministrativa si ripetano anche nei centri di trattenimento in territorio albanese. Organi internazionali, come il Consiglio d'Europa e l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, hanno a loro volta criticato l'accordo Italia-Albania.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)