Carcere. L’appello del Garante: “Servono interventi più decisi”

In una nota, il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, interviene sul tema del sovraffollamento nell’emergenza coronavirus. “Rimuovere il più possibile gli ostacoli che non rendono agevole la concessione della detenzione domiciliare”

Carcere. L’appello del Garante: “Servono interventi più decisi”

Sul carcere servono “interventi ben più decisi” per far fronte al sovraffollamento soprattutto in questi giorni di emergenza sanitaria. A chiederlo, con una nota, è il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma. Nonostante i dati diffusi dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nei giorni scorsi sottolineano una riduzione del numero dei detenuti di circa 4 mila unità in poco più di un mese, secondo il Garante dei detenuti occorrono ulteriori interventi da affiancare a quelli già in essere. “Sono state concesse dal 18 marzo a oggi 1.361 detenzioni domiciliari utilizzando sia la nuova previsione dell’articolo 123 del decreto-legge 18/2020, sia quella prevista dalla normativa antecedente (L. 199/2010) - spiega il garante -; a ieri sono state date 405 licenze a persone in semilibertà. Questi dati danno conto di un intenso lavorio di taluni Tribunali di sorveglianza, di concerto con alcuni Istituti, e danno conto di parte della diminuzione di 4000 presenze in carcere a cui il Dipartimento ha fatto riferimento”.  Il numero attuale di detenuti negli istituti di pena, di oltre 56 mila presenze, resta tuttavia “significativo”, spiega il Garante che sottolinea come “nella sua comparazione con quello dei posti realmente disponibili (di circa 9.000 inferiore) indica la necessità di interventi ben più decisi”. Per Mauro Palma è possibile intervenire concretamente. “Sono poco meno di 8.000 le persone detenute con una pena o un residuo pena inferiore a un anno e circa 3500 coloro che hanno da scontare da un anno a 18 mesi - scrive il Garante -. Anche limitando la platea dei possibili fruitori a quella stessa che il decreto ha individuato – e che certamente non è larga – occorre riuscire a rimuovere il più possibile gli ostacoli che non rendono agevole la concessione della detenzione domiciliare”.  Sulla necessità di dare un alloggio a chi non ne dispone, il Garante plaude alla delibera di finanziamento di 5 milioni di euro che la Cassa delle ammende ha adottato per interventi necessari per la presa in carico delle persone di elevata fragilità sociale e per favorirne l’inclusione. Allo stesso modo, Palma esprime nella nota un apprezzamento per la nota del Procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, che in una nota inviata nei giorni scorsi ai Procuratori generali presso le Corti d’Appello è intervenuto in merito al ruolo delle Procure nella riduzione della popolazione carceraria in questo periodo di emergenza sanitaria, indicandola come “presupposto interpretativo necessario”. “Nelle parole del Procuratore generale - spiega Palma -, va particolarmente sottolineato non solo il richiamo a doverosi interventi in questa fase emergenziale, ma anche la possibilità di aprire uno spiraglio di riflessione sull’esecuzione penale in sé e sul ricorso alla privazione della libertà sia nella fase di indagine che in quella dell’individuazione della sanzione. Temi centrali su cui occorre che ritorni ad accendersi una luce di consapevolezza e di pacata discussione”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)