Asilo: impatto-pandemia, nell’Ue calo domande del 33%. Schinas, “ora serve solidarietà europea”
I dati dell’Ue disponibili sull’asilo e sugli attraversamenti irregolari delle frontiere nei primi 10 mesi del 2020 “mostrano l’impatto della pandemia sulla migrazione verso l’Europa.
L’Ue nel suo insieme ha registrato una diminuzione del 33% su base annua delle domande di asilo e un minimo, da sei anni a questa parte, negli attraversamenti irregolari delle frontiere. “Tuttavia, non c’è stata una diminuzione uniforme: diverse comunità locali hanno ricevuto un numero elevato di arrivi inaspettati e il numero complessivo di arrivi ha continuato a riprendersi dopo un forte calo intorno ad aprile”. Lo si legge in un rapporto della Commissione europea, diffuso oggi, sugli arrivi da Paesi terzi. Il vicepresidente Margaritis Schinas commenta: “La solidarietà ha assunto un significato nuovo nelle azioni senza precedenti intraprese dall’Unione europea per gestire la pandemia Covid-19. La stessa solidarietà deve ora essere tradotta anche nel campo della gestione della migrazione. Possiamo gestire bene la migrazione solo se lo facciamo insieme. È giunto il momento di un accordo sulle nostre proposte per una politica europea in materia di migrazione e asilo”.
Nei primi 10 mesi dello scorso anno, sono state presentate nei Paesi Ue 390mila domande di asilo (di cui 349mila per la prima volta), il 33% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Gli Stati membri hanno ridotto i casi pendenti di asilo. Alla fine di ottobre 2020, il numero di casi pendenti era 786mila, il 15% in meno rispetto alla fine del 2019. “Il tasso di riconoscimento, o la percentuale di domande di asilo che hanno portato a una decisione positiva in primo grado (prima di eventuali ricorsi), comprese le decisioni che concedevano lo status umanitario, era del 43%”.