Arabia Saudita e migranti, un massacro lontano da occhi indiscreti

L’Ispi cita un rapporto di Human Rights Watch che denuncia gli attacchi ai danni dei migranti che cercavano di entrare in Arabia Saudita dallo Yemen. Con immagini satellitari, testimonianze e l’esame delle ferite dei sopravvissuti, l’Ong ha individuato diverse fosse comuni e ricostruito le tappe di un massacro perpetrato nell’ultimo anno e mezzo ai danni di persone la cui colpa è quella di cercare di raggiungere la ricca monarchia del Golfo

Arabia Saudita e migranti, un massacro lontano da occhi indiscreti

Tra le montagne del remoto confine con lo Yemen, lontano da occhi indiscreti e nella totale impunità, le guardie di frontiera dell’Arabia Saudita avrebbero ucciso centinaia di migranti. Una campagna sistematica e ricorrente che potrebbe costituire un crimine contro l’umanità. A denunciarlo è un rapporto dell’organizzazione Human Rights Watch contenente le testimonianze di decine di migranti che hanno affermato di essere stati attaccati mentre cercavano di entrare in Arabia Saudita dallo Yemen. A riportare la notizia è il sito dell’Ispi, che sottolinea come, usando le immagini satellitari, le testimonianze e l’esame delle ferite dei sopravvissuti, Human Rights Watch ha individuato diverse fosse comuni e ricostruito le tappe di un massacro perpetrato nell’ultimo anno e mezzo ai danni di persone la cui unica colpa è quella aver cercato di raggiungere la ricca monarchia del Golfo. Afferma l’Ispi: “A giugno, il Missing Migrant Project dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) aveva pubblicato la propria stima delle vittime: il rapporto sosteneva che almeno 795 persone, ‘ritenute per lo più etiopi’, erano morte lungo il confine yemenita nel governatorato di Sa’dah. Circa 750 mila cittadini etiopi vivono e lavorano in Arabia Saudita. Molti emigrano per motivi economici, ma alcuni sono stati spinti a fuggire dall’Etiopia a causa delle violazioni dei diritti e delle violenze connesse alla brutale guerra in corso nel nord del paese”. Sercondo l’Ispi, non è la prima volta che il governo saudita viene accusato di pratiche criminali nei confronti dei migranti subsahariani lungo il confine. “In passato diverse organizzazioni umanitarie avevano denunciato uccisioni di massa, sulla base delle interviste e testimonianze dei sopravvissuti. L’anno scorso i relatori speciali delle Nazioni Unite avevano parlato di un ‘modello sistematico di uccisioni transfrontaliere indiscriminate su larga scala da parte delle forze di sicurezza saudite contro migranti, inclusi rifugiati, richiedenti asilo e vittime della tratta’. Il rapporto di Human Rights Watch tuttavia, è il primo a fornire in dettaglio testimonianze oculari e immagini satellitari dei punti di attraversamento in cui sarebbero avvenuti i massacri, nonché le indicazioni dei luoghi di sepoltura improvvisati. Il documento, che copre il periodo che va da marzo 2022 a giugno di quest’anno, descrive in dettaglio 28 incidenti separati con armi esplosive e 14 sparatorie a distanza ravvicinata. E se l’inchiesta copre eventi avvenuti fino a giugno, la BBC ha ottenuto prove del fatto che le uccisioni lungo il confine proseguano tuttora. Nella città settentrionale di Saada, i filmati visionati dall’emittente britannica mostrano migranti feriti al confine e arrivati in ospedale venerdì scorso”. La vicenda imbarazza Riad, che afferma di aver disposto un’inchiesta ma al tempo stesso respinge la definizione delle Nazioni Unite secondo cui le uccisioni sarebbero “sistematiche o su larga scala”. “La Bbc sostiene di aver contattato il governo saudita per un commento sulle accuse ma di non aver ricevuto risposta. Una fonte del governo saudita ha riferito all’agenzia di stampa AFP che le accuse sarebbero ‘infondate e non basate su fonti affidabili’. Secondo l’organizzazione americana, invece, gli etiopi che fuggono dalla guerra, rappresentano il 90% dei migranti diretti verso l’Arabia Saudita lungo la cosiddetta ‘rotta dell’est’, un percorso molto pericoloso, che comincia nel Corno d’Africa, attraversa il golfo di Aden e, passando per lo Yemen, sbocca nella provincia saudita di Jizan. Per arrivare nella ricca monarchia del Golfo infatti, i migranti etiopi effettuano una pericolosa traversata via mare: più di 24 persone sono state dichiarate disperse la scorsa settimana dopo un naufragio al largo delle coste di Gibuti. Inoltre, le organizzazioni per i diritti umani affermano che molti migranti subiscono imprigionamenti e percosse lungo la strada. Il rapporto identifica anche un centro di detenzione a Monabbih, in Yemen, dove i migranti vengono trattenuti prima di essere scortati al confine da trafficanti armati. Secondo un migrante intervistato da HRW, i ribelli Houthi sono responsabili della sicurezza a Monabbih e lavorano a fianco con i contrabbandieri”. Conclude l’Ispi: “Le Ong accusano regolarmente Riad di investire in grandi eventi sportivi e culturali per distogliere l’attenzione dalle gravi violazioni dei diritti umani e dalla crisi umanitaria in Yemen nel cui conflitto è coinvolto l’esercito saudita. E tuttavia il regno è sempre più corteggiato dai partner internazionali: secondo il Financial Times Downing Street avrebbe invitato il principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs) a recarsi a Londra il prossimo autunno, anche se una data per la visita non sarebbe ancora stata fissata. Si tratterebbe del primo viaggio nel Regno Unito dalla morte nel 2018 del dissidente saudita Jamal Khashoggi, che l’intelligence statunitense ritiene sia stato assassinato mentre si trovava nel consolato saudita a Istanbul per ordine del principe ereditario. Bin Salman nega qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio ma i sospetti sul suo conto rimangono. Dopo aver dichiarato in campagna elettorale di voler fare del regno un ‘paria’ a livello internazionale, il presidente americano Joe Biden si è visto costretto a cercare l’appoggio del regno su questioni che vanno dalla stabilità energetica alle politiche regionali e alla guerra della Russia in Ucraina. Le accuse relative alla condotta saudita nei confronti dei migranti tuttavia stanno suscitando critiche diffuse anche ai paesi partner e il dipartimento di Stato americano ha reso noto di aver chiesto al governo di Riad l’avvio di un’inchiesta riguardo il massacro di cittadini etiopi”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)