Anziani non autosufficienti: Toscana, Emilia Romagna, Campania e Puglia dicono “no” al decreto del Governo

Giani (Toscana): “Ci siamo opposti perché non sono previste risorse finanziarie aggiuntive e strutturali, assieme ad altre perplessità che riguardano l’impianto complessivo del provvedimento. Siamo comunque disponibili a riformularlo, insieme al governo”

Anziani non autosufficienti: Toscana, Emilia Romagna, Campania e Puglia dicono “no” al decreto del Governo

Toscana, Emilia Romagna, Campania e Puglia hanno detto “no” al decreto del governo sulle politiche per gli anziani non autosufficienti, determinando in sede di Conferenza unificata Stato- Regioni la mancata intesa. 
“Ci siamo opposti perché non sono previste risorse finanziarie aggiuntive e strutturali, assieme ad altre perplessità che riguardano l’impianto complessivo del provvedimento – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Siamo comunque disponibili a riformularlo, insieme al governo”. 

Sono quasi quattro milioni le persone anziane non autosufficienti che vivono in Italia, destinate a diventare quattro milioni e 400 mila nel 2030.  
“Il decreto attuativo che ci è stato proposto - sottolinea l’assessora toscana alle politiche sociali, Serena Spinelli - tradisce la legge di riforma sull’assistenza agli anziani e sulla non autusufficienza approvata al termine della scorsa legislatura grazie al lavoro dell’allora ministro Orlando  e all’impegno del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza. Una legge delega che aveva segnato un passo in avanti importante nella giusta direzione”. 

“Da tempo - aggiunge - l’Italia attende la riforma sull’assistenza agli anziani, di cui ha sempre più bisogno. Il decreto è un provvedimento sbagliato, che invece di fare passi in avanti rischia perfino di mettere in difficoltà gli enti locali nel garantire i servizi attuali a favore delle persone anziane”. “Anche altre Regioni, governate dal centrodestra – conclude -  hanno espresso forte preoccupazione per la totale assenza di risorse aggiuntive e strutturali”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)